( .niro'tirrc \4 11 '-nrhor vive il bel desjo ^^m.vaalcthesalicheonde, d sc HOD ii Inmate chiome blonde, volzcndo gli anni, gia poste in oblio: dal pigro gielo et dal tempo aspro et rio, che dura quanto '1 tuo viso s'asconde, difendi or J'onorata et sacra fronde, fc; ove tu prima, et poi fu' invescato io; et per vertu de 1'amorosa speme, che ti sostenne ne la vita acerba, di queste impression' l'aere disgombra; si vedrem poi per meraviglia inseme seder la donna nostra sopra l'erba, et far de le sue braccia a se stessa ombra. n u Ps íK5 3 J Stando alle argomentazioni di Rafti, pp. 202-8 i testi con-tenufi ||e cc. 7 e 9v di V2, e cioe 77, 78, 44, 60, 36, 46 e 34, sem-brercbbcro composti prima del 4 novembre 1336 (data della_po-sfjJJa chc aicompagna E2); 34 entra in Pr prima del 16 novembre 1337 PI Yeptum transcrlbi ab hex loco. L342 augusti 21, hora .....documenta che il 21 BgOStodd I M2 il lOMttQ fOBM rrascrirto in Ps, ma sembra anche indicare che la rlCCohl mi/iata m quel giorno cominciava proprio con questo sonetto (WLlkins 1951. pp. HI 92, 147; per una diversa interpretazione delta postitta ct. Foresti J932, p. 332). É pura illazione ľipotesi del Muscťtta, accct-fata da Amatutn die iJ ^nciin risalga al tebbraio marzo del lu*. analogo discorso vale per quelle di Jones 1995, pp- 78-80 ch ' del m, no I 5 54 e til > nel J342 Anche la ricosiru/ione larganunu diffusa che Io vuole legato aJ ado deJJa maJattia di Laura (cí ľintrod. a 51), riťerendosi, se-condo aicuni, aJ momento delia convalescenza, é sprowista di support]': a ragione, io credo, Wilkins 1951, pp. 149-50 nega ogni lega- Parte prima j4 me genctico tra questo sonetto e i t re DrcceH™*; n l \H,.„, ehe i! testo si riferisca a u^e" "X ďe^biľ Sf* ...„ra quasi sieuramente una malatri. ri»i° a b'08raf'a dl í£& disperda il maltcmpo chľm naccí u°CaZ,°nc ad Apľ"0 Pe . i n .,unacc,a «1 lauro va intesa infatti came mvocazione ad allontanare il morbo dalla donna- aľeddotica senza fondamento e invece ľidea, divulgata dai cinquecenľsti e ri Drcsa da GaJimberti 1983, p. 429 chc AnnIU ^ ,quecentlstl e rl; P'° , , ~^7> cne Apollo-Sole sia pregato di salvaguardare un lauro appena piantato): anche in questo caso pe-raltro, entra m gioco d precedente classico di ps,Tibullo IV 4 dove Apollo e chiamato a guarire una fanciulla malata. Tra le connes-sioni con 33 e nlevante quella incipitaria giocata sulla presenza del verbo 1 inhammare e sulľaccenno mitologico ("Apollo", "Giuno-ne"); si noti anche il sintagma "amorosa speme" (34, 9) ehe combi-na "ľamorosa stella" e la "mia speme" di 33, 1, 9. Sonetto su 5 rime di schema ABBA ABBA CDE CDE; C e D han-no in comune la tonica in e, B ed E in o; inclusive le rime "desio" : "oblio" : "rio" : "io" (1, 4, 5, 8); "onde" : "bionde" : "asconde" : "ŕronde" (2, 3, 6, 7) e, da considerare come paretimologica, "di- sgombra" : "ombra" (11, 14). BIBL.: Galimberti 1983, pp. 428-29; Maria Hernandez Esteban, La fusion mitica de Petrarca en Apolo. Aspectos de la poetka petrar-quesca, "Analecta Malacitana. Revista de la seccion de Filológia de la Faculdad de F'ilosofia y Letras de la Universidad de Malaga", VIII, 1 (1985), pp. 123-43. 1. APOLLO... DESIO: "Apollo, se ancora dura in te ľamore di Dáme" {Leopardí). □ APOLLO: "Apollo é dio delia Medicina. Apollo é il Sole; Apollo é J'amante di Laura. H mal tempo é nemico degľinfermi e pa-rimenti i J mal tempo é nemico del lauro ehe ama buon tempo e luo-ghi caldi. Laura, come amata dee ricevere aiuto dalľamante, accioc-ché possa comparire; come inferma dal medico; e dal sole, come albero consacrato ad Apollo ed al Sole" tCastelvetro). □ BEL DESK* cf. 12,12erimandi. 2. A LE; 'presso le\ □ THESALICHE ONDE: 'le acque del flume Pe- neo' (in Tessaglia): cf. 23,47-48. 3. ĽAMA'I i ( liioME: cf. Boccaccio, TeS. I I, 4-3 "sottesso 1 om-bra ddle frond! [d v. 7 j an.au- / da I vUo\ J Mnxm: ,1 biondo e attribute laurano, non dafneo:cí. 30, 38 cm.mandi. 4. VOLGE N DO G LI ann1: 'con il passare dcgli anni: cf. Virgiho, Aen. I 234 "volventibus annis'; cf. inoltre 62, 9 Or volge ... 1 un-decimo anno"- 7T 103 "Volgerä il sol, non pure anni, ma lustri e ríinni"Mlargamcntedif-muover li ann (£ aJ es Wpign.... biemps ; hibernae frigora noctis , <-»' hien)S ) de" 1? 4; 1'espres- 2„ HI 186 "Pi^fUgRü: 'mJ»7^u0lo 1962, p. 224, ai prodorta dal gelo. □.]fEMP°rf ; tiscontri J> V"°'° ? /„/ V 64-65; stone ě largamente *****j£ Gu,io, • (w. 1-2); quali si aggiungano almeno Dam • ^ / dlmoro «* C,XIII 7* Cuio Jo che „ m ncr a clause a cf. 262, / •■• c -\ ternpO in cm u P^lo S'ASCONDE: 'per. u«o Ü tc F con .„scosto a suo viso (non splendc) • Dante ^ / k immagine analoga: "ncl tempo % T^I26-27). Per la faccia sua a noi tien meno ascosa (J monr ^ delle (Trovato 11. DI QUESTL ^sc^eU ^ (San, '" W^ - DISOOMBRA; «c pulisd^tagata 1990, p. 230). ana ^ questi vapori, da Ptrteprim* 34 questc nebbie : impnsssioni' č termine tecnico della řisica medievale usato dal nclla postilla "de impressionibus" posta in margine ad Apuleio, De mundo 8, 306 "Ros vero nocturnus humor est" (Vat. lat. 2193, c. 16r, posseduto da P. dal 1342: cf. Billanovich 19901, p. 255); I'umco precedente volgare sembra essere Cecco d'Ascoli, hcerba 583-85 "E queste nubie queste impressioni / oltre unaleuca incheottostaggi/nonsonpiuerte" [nelloccorrenzaaiw.4800-1 "che il cielo impressioni peregrine / non ha" il termine ha invece il rnificato di 'influssi astrali'] (cf. Belloni 1986, pp. 151-52). 12. Si VEDREM: cf. 32,12 "si vedrem chiaro poi come..."; l'invoca-zione arieggia quella ad Apollo che apre il Var. dantesco: "O buono Appollo .../.../ O divina virtu, se mi ti presti.../.../vedra'mi al pie del tuo duetto legno / venire, e coronarmi de le foglie" (w. 13-26). □ PEK IN SEME: 'con meraviglia di entrambi' (la meraviglia ě la tipica reazione stilnovista airapparizione della donna). 13. SEDER ... L'ERBA: cf. 125, 73-74 e rimandi, in part, a 160,9-10 "Qua! miracolo ě quel, quando tra l'erba / quasi un fior siede"; per la clausula cf. 190, 1. □ DONNA: il lauro ě insieme Dafne e Laura. 14 ET FAR OMBRA: il v. sancisce la totale compenetrazione (a cui mira anche la variante "rami" > "braccia": cf. Contini 1943, p. 13) della donna e della pianta: e l'esatto contrario del procedimen-to di sdoppiamento visto in 30, 1-2. Limmagine ncorda quella del Ltesco Bertram dal Bornio, che "Di sé facea a se stesso lucerna ■//i/.XXVni 124).