Finalità ■  Sviluppare o perfezionare capacità di argomentazione in vista della preparazione di un elaborato ■  Fornire norme e suggerimenti utili per la progettazione e la stesura di un testo scritto Obiettivi specifici ■  Selezionare e organizzare gli argomenti ■  Elaborare un testo coerente, corretto e funzionale dal punto di vista formale Che cos’è un testo argomentativo? ■  Testo in cui si presenta una tesi e si cerca di convincere l’interlocutore a cui ci si rivolge della sua validità. L’argomentazione mette in campo un complesso di ragionamenti opportunamente coordinati, per accreditare o confutare una tesi Il testo deve essere: ■  Documentato ■  Argomentato ■  Strutturato Argomentazione vs dimostrazione ■  L’argomentazione mira a persuadere attraverso prove il più possibile convincenti ■  La dimostrazione non ha bisogno di persuadere perché si basa su un’inconfutabile oggettività ■  In campo umanistico, le dimostrazioni sono però rare. Funzioni linguistiche di Jakobson ■  Espressiva ■  Informativa (o referenziale) ■  Persuasiva (o conativa) ■  Fàtica (o di contatto) ■  Poetica ■  Metalinguistica Quali funzioni nei testi argomentativi? ■  Referenziale ■  Persuasiva ■  Metalinguistica Funzioni linguistiche di Halliday ■  Funzione ideativa: rappresentare la nostra esperienza del mondo ■  Funzione interpersonale: mantenere i rapporti sociali ■  Funzione testuale: formulare messaggi entro una determinata situazione comunicativa Regola generale ■  Si riportano un’argomentazione o una prova a una regola generale ■  La regola generale è unanimemente accettata per una singola disciplina Espressivo vs Argomentativo ■  Espressivo: soggettività, creatività, originalità, libertà stilistica ■  Argomentativo: impersonalità, coerenza, precisione, norma stilistica Informativo vs Argomentativo ■  Informativo: informazioni, notizie, dati oggettivi ■  Argomentativo: argomentazione di una tesi soggettiva a partire da dati oggettivi Persuasivo vs argomentativo ■  Persuasivo: fa leva sull’aspetto emotivo ■  Argomentativo: si basa sul ragionamento Il testo argomentativo ■  Titolo ■  Premessa ■  Tesi ■  Argomenti ■  Prove ■  Conclusioni Titolo ■  Permette di identificare facilmente la tesi centrale del testo ■  Deve essere ben rilevato sul piano grafico ■  Deve essere distinto dall’eventuale sottotitolo e dai titoli di singoli capitoli, paragrafi o sezioni Premessa (o Introduzione) ■  Precisare situazione argomentativa ■  Delimitare l’ambito dell’indagine ■  Inquadrare il problema ricostruendone in breve origini e storia ■  Contestualizzare il proprio contributo ■  Può trarre spunto da un caso particolare Tesi ■  È il cuore del testo argomentativo ■  Può essere esposta all’inizio e successivamente argomentata oppure può emergere gradualmente ■  L’argomentazione della tesi è la finalità del testo Argomenti ■  Sono i ragionamenti, i passaggi logici in cui è articolato il testo ■  Ciascun argomento deve essere ben individuato sul piano logico e rilevato sul piano espositivo e grafico (divisione in capoversi e paragrafi; formule come: in primo luogo…, in secondo luogo…). Prove (o esempi) ■  Sostengono l’argomentazione ■  Ne garantiscono la veridicità o la serietà ■  Sono mirate e funzionali alla tesi ■  Se false, confutabili o semplicemente inappropriate, mettono a rischio l’intera argomentazione Due tipi di prove ■  Prove d’autorità: l’affidabilità di un argomento dipende dalla credibilità di chi lo sostiene (si usano spesso nei testi argomentativi di carattere umanistico) ■  Prove scientifiche: forniscono dati oggettivi sull’argomento in questione (dati, tabelle, liste di frequenza, constatazioni di fenomeni) Struttura dell’argomentazione ■  Premessa ■  Tesi ■  Argomento 1 → Prova 1, Prova 2, ecc. ■  Argomento 2 → Prova 1 - Prova 2, ecc. ■  Argomenti… → Prove ... ■  Conclusioni Conclusioni ■  Testo circolare: si riprende la tesi iniziale, con maggiore consapevolezza e prove a sostegno ■  Testo progressivo: si approda alla tesi solo alla fine, dopo aver svolto le argomentazioni. Perciò: Conclusione = Tesi Metodi di argomentazione I ■  Deduttivo: si ricava un argomento individuale da un principio generale ■  Induttivo: si ricava un principio generale da un caso particolare ■  Analogico: si estende al proprio ambito un argomento valido in altri casi Metodi di argomentazione II ■  Controargomentazione: si parte confutando la tesi opposta alla nostra. ■  Anticipazione delle obiezioni: si prevedono le obiezioni alla propria tesi, confutandole ■  Attenzione: confutare non vuol dire solo criticare. Bisogna entrare nel ‘sistema’ logico dell’avversario Modalità di sviluppo dei paragrafi ■  Definizione ■  Classificazione ■  Analisi ■  Enumerazione ■  Causa ed effetto ■  Confronto e contrasto ■  Esempio Stile ■  Chiarezza: il lettore deve seguire il testo senza alcuna difficoltà, né sul piano formale (sintassi, connettivi), né su quello del contenuto (proporzioni, funzionalità, esempi) ■  Proprietà: adeguatezza rispetto alla situazione comunicativa (scelta del registro) Equilibrio forma/struttura ■  Far corrispondere un paragrafo o un capoverso con un’argomentazione ■  Esporre l’argomento usando la subordinazione e i connettivi appropriati ■  Ridurre al minimo il modo personale Processo di scrittura ■  Pianificazione ■  Stesura ■  Revisione Finalità ■  Strategie di scrittura ■  Elementi formali che rendono un generico testo argomentativo un testo accademico (seminario scritto, mémoire, tesi dottorale) Individuazione dell’argomento ■  Concordare in modo chiaro l’argomento ■  Documentarsi preliminarmente per garantire al lavoro utilità Delimitazione dell’argomento ■  Scegliere un aspetto ben determinato entro una materia più ampia ■  Evitare di trattare argomenti troppo vasti ■  Concentrarsi sull’obiettivo, mettendo da parte il resto Raccolta delle fonti ■  Biblioteche ■  Archivi ed emeroteche ■  Internet ■  Librerie La scheda bibliografica ■  Permette di ricordare meglio ciò che si è letto, visto, utilizzato ■  Facilita i controlli finali (ad es. per le citazioni) Indice preliminare ■  Serve a chi scrive per delimitare argomenti e obiettivi del lavoro (altrimenti una ricerca rischia di diventare infinita!) ■  Serve a chi legge (al relatore) per seguire la stesura ■  Può essere modificato in corso d’opera: non è necessario che coincida con quello definitivo L’indice generale (o Sommario) ■  Illustra le parti in cui il testo è articolato ■  Mette tipograficamente in evidenza la struttura (parti, capitoli, paragrafi, ecc.) ■  Indica i numeri di pagina ■  Può utilizzare tabulazioni (rientri) e caratteri di riempimento (puntini) Introduzione ■  testo in cui si illustrano in sintesi il contenuto dei capitoli e il metodo (attenzione: scriverla alla fine del lavoro) Le conclusioni ■  Brevi e incisive (sono quelle che restano meglio in mente al lettore) ■  Riprendono la tesi centrale ■  Riassumono i risultati del lavoro ■  Indicano linee per eventuali sviluppi ■  Scriverle dopo aver riletto tutto il lavoro e averlo lasciato “decantare” Processo di scrittura ■  Pianificazione ■  Stesura ■  Revisione Obiettivi ■  Fornire suggerimenti sulla tecnica della scrittura ■  Mostrare come si compongono sulla pagina i dati e i concetti Caratteri di stampa ■  tondo ■  corsivo ■  MAIUSCOLO ■  MAIUSCOLETTO ■  grassetto ■  sottolineato Numeri ■  Nel testo, scrivere di preferenza i numeri per intero in lettere: ‘dieci’ non ‘10’. ■  Nelle note, usarli per i numeri di pagina, anni delle riviste, ecc. ■  Numeri romani: maiuscolo per i secoli (ed. secolo XV); maiuscoletto per parti di un’opera (es. sonetto xxxv). Paragrafi e capoversi I ■  Sono le unità logico-argomentative del testo ■  La loro corretta articolazione rende scorrevole la lettura e gradevole l’aspetto della pagina ■  Perciò devono essere ben individuabili grazie ad alcuni accorgimenti Paragrafi e capoversi II ■  Il capoverso è la porzione di testo compresa tra un a capo e l’altro. Il primo rigo deve essere rientrato ■  Il paragrafo può coincidere con un lungo capoverso o comprenderne più di uno. Stacco tipografico. Numeri progressivi. Inter-titoli Paragrafi e capoversi III ■  È bene non andare a capo troppo spesso. Ricorrervi solo quando una parte dell’argomentazione è conclusa ■  Nella successione dei paragrafi, una volta scelta la soluzione più funzionale, mantenerla fino in fondo Per esempio: ■  Titolo ◆  Titolo di paragrafo oppure ◆  Paragrafi numerati (il numero può essere preceduto dal simbolo §), con scansione ‘gerarchica’: ✦  1. •  1.1, 1.2, 1.3, ecc. –  1.1.1, 1.1.2, 1.1.3, ecc. Coesione e coerenza ■  Sono i requisiti fondamentali di ogni unità logico-discorsiva (dal semplice periodo al capitolo) ■  La coesione è data dall’omogeneità di contenuto e grammatico-linguistica interna all’unità ■  La coerenza è data dal legame tra un’unità e l’altra Per una buona coesione ■  livello grammaticale: concordanze di genere e numero tra nomi, aggettivi, avverbi, verbi; uso dei tempi e dei modi ■  livello sintattico: sintassi chiara e semplice; limitare l’estensione e l’articolazione dei periodi ■  livello tematico: unità dell’argomento Per una buona coerenza ■  Successione di capoversi e paragrafi in base a un ordine logico ■  L’ordine è garantito da legami di vario tipo: causali, esplicativi, finali, di somiglianza, avversativi ■  I legami sono i connettivi (avverbi, preposizioni, congiunzioni): poiché, quindi, perché, ugualmente, invece Da evitare: ■  Collegamenti vaghi e generici tra le informazioni ■  Argomenti e informazioni superflue ■  Passaggi bruschi ■  Disordine nell’esposizione di argomenti e informazioni ■  Sproporzione tra le parti Durante la stesura ■  Corrispondenza argomento/ paragrafo ■  Unità grammaticale-linguistica (coesione) ■  Unità logico-argomentativa (coerenza) ■  Lessico e stile ■  Spazio Lessico e stile ■  Scegliere termini precisi in relazione all’argomento ■  Evitare ripetizioni e banalizzazioni ■  Evitare forme tipiche del parlato o lessico di ambito non appropriato ■  Mantenere un registro uniforme in tutto il testo ■  Astenersi dall’uso di preziosismi lessicali e virtuosismi sintattici Figure retoriche ■  Devono rendere più efficace l’argomentazione, non abbellire ■  Limitare l’uso delle figure di suono (es. allitterazione) e i tropi (es. metafora, sineddoche) ■  Privilegiare figure di costruzione (es. ellissi, climax), e figure come antitesi, litote, eufemismo Spazio ■  Rispettare le misure eventualmente assegnate o concordate ■  Mantenere la proporzione tra le parti: evitare squilibri troppo marcati tra i diversi paragrafi o capitoli La cartella ■  È la pagina scritta al PC, con proporzioni predefinite ■  Formato A4 ■  max 40 righe, 60/65 battute per riga ■  Battute totali per cartella: 2000/2500 Dopo la stesura ■  Lasciare passare qualche giorno tra la fine della stesura e la revisione (calcolare i tempi) ■  Controllare lessico, stile, sintassi ■  Verificare la tenuta della struttura argomentativa ■  Eliminare i refusi (errori materiali di battitura) ■  Uniformare in base a dei criteri Uniformità ■  Scegliere dei criteri (meglio se prima di iniziare il lavoro) e seguirli dall’inizio alla fine ■  Maiuscole/minuscole: es. Paese o paese ■  Sigle: es. ONU/Onu/O.N.U. ■  Abbreviazioni: es. p. o pag. (=pagina) Abbreviazioni ■  AA.VV. (autori vari: per atti e volumi miscellanei) > se possibile evitarla ■  a c. di (a cura di) ■  cfr. (confronta) ■  ecc.(eccetera) ■  Ibid.(Ibidem = stesso testo, stessa pagina) ■  Ivi (= stesso testo, pagina diversa: es. Ivi, p. 234) ■  Id. / Ead. (Idem, Eadem: stesso autore, stessa autrice) ■  n. (nota o numero) ■  op. cit. (opera citata) /art. cit. (articolo citato) ■  p. pp. / pag. pagg. (pagina, pagine) ■  sg. sgg. (seguente, seguenti) ■  vd. (vedi) Le citazioni I ■  Certificano l’attendibilità della ricerca (prove d’autorità) ■  Devono essere sempre rilevate rispetto al testo, mediante virgolette o corpo minore ■  Deve essere sempre indicata la fonte con la massima precisione: altrimenti è un plagio! Le citazioni II ■  Tra virgolette le citazioni brevi (al massimo due-tre righi) all’interno del testo ■  In corpo minore (dimensione carattere 10), con uno spazio (Invio) prima e dopo, senza virgolette Le note ■  Testi informativi indispensabili che accompagnano il testo principale ■  Richiamano altri studi o sviluppano argomenti secondari ■  Non devono essere troppo lunghe, né troppo numerose. Mai andare a capo. ■  Possono essere collocate a piè di pagina, a fine sezione o alla fine di tutto il testo. La bibliografia I ■  Permette di orientarsi nella materia del testo, anche prima di averlo letto ■  Testimonia l’ampiezza delle letture e l’impegno della ricerca ■  Facilita i riscontri: rappresenta perciò una forma di prova degli argomenti trattati La bibliografia II ■  Si colloca generalmente alla fine del testo ■  Può integrarsi con esso attraverso appositi rimandi ■  È opportuno che sia sincera e precisa: verificare di persona e controllare l’esattezza dei dati (anche tramite Internet: OPAC) La bibliografia III ■  Bibliografia generale (o di riferimento): elenca in modo più o meno completo le opere su un argomento ■  Bibliografia dei testi citati: dà conto solo delle opere effettivamente utilizzate e citate nel testo. La bibliografia IV ■  Bibliografia primaria: include le opere dell’autore (o degli autori) di cui il lavoro tratta ■  Bibliografia secondaria: include i testi (articoli, saggi, monografie, recensioni) sull’autore (o sugli autori e/o argomenti) di cui il lavoro tratta La bibliografia V ■  Bibliografia analitica: contiene tutti i riferimenti della fonte (eventualmente in forma abbreviata: cit.) ■  Bibliografia sintetica: cognome dell’autore e anno di pubblicazione (il resto è specificato nella tavola bibliografica finale) La bibliografia VI ■  Leggibilità: devono essere ben distinti, attraverso gli opportuni caratteri, Autore e Titolo ■  Omogeneità: esistono vari criteri per citare le voci bibliografiche; una volta scelto un criterio, mantenerlo fino in fondo Processo di scrittura ■  Pianificazione ■  Stesura ■  Revisione Revisione ■  Lasciare passare qualche giorno dalla fine della stesura ■  Stampare l’elaborato e rileggerlo con attenzione ■  Riportare le correzioni ■  Controllare note e bibliografia ■  Se possibile, affidare il testo a un lettore imparziale ■  Consegnare al docente Per evitare errori: ■  Verificare i dati ■  Controllare le citazioni ■  Non presentare i giudizi come dati di fatto ■  Non formulare conclusioni generali basandosi su pochi casi ■  Non semplificare il problema Verificare specialmente: ■  Grafica ■  Struttura: capitoli/paragrafi/sezioni ■  Grammatica ■  Lessico ■  Punteggiatura ■  Stile Grafica ■  Giustezza ■  Carattere ■  Interlinea ■  Virgolette ■  Trattini, lineette ■  Numeri ■  Spazi tipografici Grammatica ■  Accento ■  Apostrofo ■  Morfologia ■  Pronomi ■  Tempi e modi verbali ■  Preposizioni e particelle ■  Parole straniere Lessico I ■  Correttezza formale ■  Precisione in relazione all’argomento Lessico II: precisione ■  Evitare le approssimazioni quando si può essere precisi ■  Evitare aggettivi che non corrispondono a un’argomentazione critica (es. bello, particolare, interessante) ■  Evitare i superlativi (es. bellissimo), gli aggettivi enfatici (es. fantastico), le iperboli (es. infinite opere per dire molte o numerose opere) ■  Evitare termini anacronistici Punteggiatura I ■  Punto ■  Virgola ■  Punto e virgola ■  Due punti ■  Punto esclamativo / Punto interrogativo ■  Puntini di sospensione ■  Virgolette ■  Trattini ■  Parentesi tonde / quadre Connettivi sintattici ■  Spaziali ■  Temporali ■  Causali ■  Esplicativi ■  Di somiglianza ■  Avversativi ■  Finali Stile: ripulire dai tic del parlato ■  Mutamento di progetto (interruzione e correzione) ■  Intercalari (cioè, insomma) ■  Costruzioni marcate (spostamenti, anacoluti) ■  Incoerenze nei tempi ■  Ripetizioni ■  Eccesso di deittici (questo) ■  Non scrivere: “quelli/quelle che sono…” Eliminare le ripetizioni I ■  Sostituenti lessicali: sinonimi, perifrasi, iperonimi ■  Sostituenti pronominali (senza eccedere: attenti a esso/-a; quest’ultimo/-a) ■  Avverbi: es. ci/vi, lì ■  Ellissi: eliminare del tutto il superfluo, lasciando sottinteso ciò che il lettore può capire bene dal contesto Eliminare le ripetizioni II ■  Nel caso non si possa sostituire, cambiate la struttura della frase. Es.1) Il sonetto XXXV del Canzoniere tratta del tema della solitudine. In questo sonetto… > 2) Il poeta tratta del tema della solitudine nel sonetto XXXV, nel quale...