1 Note. Tipologia Nota bibliografica 1 J. NEUBAUER, Adolescenza fin-de-siècle, (1992), trad. it. il Mulino, Bologna, 1997, p. 105. Nota con citazione 1 «Mobilità e interiorità. Certo, la gioventù moderna non è tutta qui: la crescente influenza della scuola, il rinsaldarsi dei legami interni di generazione, un rapporto interamente nuovo con la natura, la “spiritualizzazione” della gioventù […]. Eppure il romanzo di formazione le scarta come irrilevanti […]»; «Particolarmente notevole l’antipatia che ha sempre regnato tra Scuola e Romanzo: l’una non tollera che gli studenti passino il loro tempo a leggere romanzi, che giudica diseducativi – e il romanzo, per parte sua, impone al suo eroe di abbandonare gli studi alla prima occasione, e tratta la scuola come una parentesi trascurabile che non ha nulla da insegnare a nessuno» (F. MORETTI, Il romanzo di formazione, Einaudi, Torino, 1999, p. 5, p. 25). Nota esplicativa 1 Nell'ultima scena dell'ultimo atto dell'Otello verdiano (libretto di Boito), viene intonato un canto d'abbandono, la 'canzone del salice' (anche lì un simbolo con sfumature luttuose, peraltro associato alle chiome femminili, come accade in Montale attraverso l'immagine delle «anella»), con triplice ripetizione della parola: «salce, salce, salce». Nota di traduzione 1 «Il dramma non era destinato ai cugini, bensì al fratello, di cui intendeva festeggiare il ritorno a casa e suscitare l'ammirazione per poi strapparlo alla sventata sequela di fidanzate e indirizzarlo verso una moglie appropriata, quella che lo avrebbe convinto a tornare in campagna, e avrebbe cortesemente richiesto a lei di farle da damigella d'onore» (p. 8) [«Her play was not for her cousins, it was for her brother, to celebrate his return, provike his admiration and guide him away from his careless succession of girlfriend, towards the right form of wife, the one who would sweetly request Briony's services as a bridesmaid» (p. 4)]. Note. Abbreviazioni - Quando due o più note bibliografiche consecutive fanno riferimento a opere di uno stesso autore/autrice, dalla seconda nota in poi, al posto del nome, si usa Id. (Idem = lat. medesimo, per autori di sesso maschile) o Ead. (Eadem = lat. medesima, per autori di sesso femminile) 2 1 Claudia Villa, Tra commedia e “Comedìa”: un’ipotesi per l’Epistola a Cangrande, in «Italia Medievale e Umanistica», XXIV (1981), pp. 18-63. 2 Ead., «Per le nove radici d’esto legno». Pier della Vigna, Nicola della Rocca (e Dante): anamorfosi e riconversione di una metafora, in «Strumenti critici», 6, LXV (1991), pp. 131-144. 1 Alberto Castoldi, Il testo drogato, Torino, Einaudi, 1994. 2 Id., Bianco, Scandicci (Firenze), La Nuova Italia, 1998. - Quando due o più note bibliografiche fanno riferimento alla stessa opera, a partire dalla seconda nota non si ripetono autore, titolo, ecc., ma si scrive Ivi o Ibid. (= Ibidem). Generalmente, si usa il primo quando si fa riferimento a pagine diverse della stessa fonte, il secondo quando coincide anche la pagina (ma la norma non è univoca: vale anche l’inverso, purché ci sia uniformità all’interno del testo). 1 Si cita da LAVAGETTO, Inversioni di rotta, in LAVAGETTO 1974, p. 26. 2 Ivi, p. 58 3 Ibid. - Quando si adotta la Bibliografia sintetica (detta anche americana), i rimandi bibliografici in nota consistono nel solo nome dell’autore (in Tondo o MAIUSCOLETTO), seguito dall’anno e dal numero della pagina (quest’ultimo indicato in vari possibili modi) : 1 LAVAGETTO 1974, p. 26. 1 Contini 1968: 116-135 1 Santagata (1992: 47) Con Word Fare in modo che il testo e le note a piè di pagina abbiano la stessa interlinea (per esempio 1.5): Formato > Paragrafo > Interlinea. Altrimenti possono verificarsi sfasature nell’impaginazione automatica di Word, per cui il rimando e la relativa nota rischiano di trovarsi in pagine diverse.