L’italiano sul palcoscenico Codici semiotici nella vita e nella professione XIX Settimana della lingua italiana nel mondo ‘L’Italiano sul palcoscenico’ Atti del Convegno (24-26 ottobre 2019) 119 XIX Settimana della lingua italiana nel mondo ‘L’Italiano sul palcoscenico’ Atti del Convegno (24-26 ottobre 2019) Insegnare la virgola in italiano Abstract: It is proposed that, for the purpose of teaching, the uses of comma in Italian can be described in terms of 7 functionally different types, namely the following: 1. Topic comma; 2. List comma; 3. Utterance comma; 4. Non-restrictive adjunct comma; 5. Left Focus comma; 6. Parenthesis comma; 7. Adposition comma. Understanding these functional types should help learners to “filter” their written productions: if a comma cannot be considered as one of the mentioned seven, it is probably a wrong comma. Keywords: Italian, comma, functional classification, teaching. Premessa Questo intervento non si prefigge di elaborare una teoria degli usi della virgola in italiano, ma di fornirne una classificazione su base funzionale che possa costituire uno strumento didattico di base. Si proporranno sette tipi funzionali di usi della virgola, da insegnare proprio rendendo esplicita la funzione di ciascun tipo, e dunque il modo in cui si distingue dagli altri. Limitandosi a questi usi, il discente potrà introdurre virgole appropriate ed evitare virgole errate, semplicemente domandandosi, per ogni virgola che gli appaia sub iudice, a quale tipo la si possa far appartenere. Una virgola che non possa spiegarsi come appartenenente a nessuno dei tipi insegnati andrà eliminata; e dove la virgola non ci sia, ma uno dei tipi sembri appropriato, converrà introdurla. Passiamo a esporre, brevemente a causa dei limiti di spazio imposti dalla presente pubblicazione, i sette tipi di virgola. La Virgola del Tema Molti scriventi introducono una virgola dopo il soggetto, quando il soggetto è anche un Tema (Mortara Garavelli (2003: 87). Non conviene censurare indiscriminatamente queste scelte (come fa molta letteratura ingenua), ma piuttosto spiegare che la virgola è giustificata se il soggetto presenta il suo referente come Tema (o Topic)1 , quindi come un costituente informativamente, anche se non sintatticamente, separato dal resto dell’enunciato; come negli esempi seguenti: (1) Ora io credo che nell’uno come nell’altro caso, la somma di due linguaggi che non sono interamente veri, non riesce a costituire un linguaggio vero… (I. Calvino, cit. in Mortara Garavelli 2003: 85) (2) Ogni linea presuppone una penna che la traccia, e ogni penna presuppone una mano che la impugna. Che cosa ci sia dietro la mano, è questione controversa (I. Calvino, cit. in Mortara Garavelli 2003: 89) 1 Ci riferiamo al concetto di Tema (o Topic) come opposto a Rema (o Comment, o Focus) nella Struttura Informativa dell’Enunciato (cfr. Lombardi Vallauri 2009a). 120 Insegnare la virgola in italiano (3) L’idea che la grande arte non dovesse essere didascalica, era ignota alla cultura medievale (es. in Ferrari et al. 2008: 208) (4) Un tema niente affatto leggero come la sofferenza d’amore, viene dissolto da Cavalcanti in entità impalpabili (I. Calvino, cit. in Mortara Garavelli 2003: 89) Può essere introdotta all’apprendente come Virgola del Tema quella che a volte segue i connettivi pragmatici come inoltre, tuttavia, infatti, quindi ed altri, che si trovano all’inizio dell’enunciato. Il tema è trattato estesamente in Corino (2015), da cui traiamo qualche esempio: (5) Inoltre, il Comune è proprietario di miniappartamenti per alloggiare gli sfrattati in caso di grave emergenza (Repubblica, cit. in Corino 2015) (6) Quindi, l’UDC non potrà che prenderne atto e dichiarare chiusa la partita (PUNT-IT, cit. in Corino 2015) (7) Tuttavia, le sollecitazioni del ministro hanno trovato un terreno poco fertile (PUNT-IT, cit. in Corino 2015) Quando la virgola è assente, la portata semantica del connettivo è sull’enunciato che introduce. Quando la virgola è presente, invece, essa separa il connettivo e ne fa una unità informativa a sé (Tema, Topic), che quindi si riferisce all’intero discorso in atto piuttosto che strettamente all’enunciato. In altre parole, essendo separato dall’enunciato che lo segue, il connettivo rimanda all’indietro e ha portata più ampia. Accade dunque quello che si verifica con ogni costituente sintattico topicale, come notato almeno a partire da Thompson (1985) per le frasi finali. La Virgola degli Elenchi Questa virgola separa gli elementi di un elenco:2 (8) Quando sento parlare alla televisione un uomo politico francese, di qualsiasi tendenza, subito ho l’impressione di concretezza, di semplicità, di chiarezza, insomma l’effetto opposto a quello che risento in Italia in circostanze simili. (I. Calvino, Una pietra sopra, Torino, Einaudi, 1980, p. 306) (9) Citazioni, reminiscenze bibliche, evangeliche, liturgiche […] hanno accompagnato per secoli i discorsi dei nostri padri (C. Segre, cit. in Mortara Garavelli 2003: 80) Al contrario di quanto si insegna spesso a scuola, non è proibito mettere una virgola anche prima della congiunzione che precede l’ultimo elemento dell’elenco: questo sommarsi di due segnali di stacco ottiene l’effetto di evidenziare maggiormente tale elemento, ed è quindi particolarmente indicato quando ciò sia richiesto dalla semantica dell’enunciato: (10) In ogni età, infatti, si suole stabilire tra gli uomini un certo accordo di sentimenti che dà lume e colore a quei lanternoni che sono i termini astratti: Verità, Virtù, Bellezza, Onore, e che so io. (L. Pirandello, Il fu Mattia Pascal) 2 Tranne l’ultimo, che può essere introdotto da e oppure o. 121 XIX Settimana della lingua italiana nel mondo ‘L’Italiano sul palcoscenico’ Atti del Convegno (24-26 ottobre 2019) (11) Visse a Sanremo, a Torino, a Parigi, e dal 1980 a Roma (Introduzione a I. Calvino, Il castello dei destini incrociati, Milano, Mondadori) (12) Ho bisogno di un mitra, di un lanciafiamme, e di un samurai in tenuta da combattimento (es. in Lombardi Vallauri 2012: 204) La virgola prima di e diventa necessatia anche quando serve a segnalare dov’è il confine fra i due elementi dell’elenco (Lombardi Vallauri 2012: 205). In (13), senza la virgola il senso diverrebbe che gli studenti devono essere il meno possibile ordinati nell’esposizione: (13) Gli scriventi devono cercare di essere il meno possibile prolissi, e ordinati nell’esposizione La Virgola degli Enunciati Due frasi legate da un rapporto di coordinazione o di subordinazione possono essere separate dalla virgola: (14) (…) viene in parte a trovarsi nel lago stesso, quando questo ingrossa. (I promessi sposi) (15) O si ferma il ciclismo o si fermano i controlli antidoping. Il resto appartiene alla farmacopea, e non ci appassiona. (Corriere della Sera, cit. in Serianni 2012: 53) Tuttavia, per spiegare veramente l’uso di questa virgola occorre far capire che le frasi possono costituire enunciati, cioè atti di parola con un loro scopo illocutivo. Quindi, che che se una frase è un atto di parola, due frasi possono essere due atti di parola. In questi casi la virgola serve a segnalare che vi sono due atti illocutivi, e qual è il loro confine. Si può esemplificare questo fatto con due enunciati identici che differiscano solo per la presenza/assenza della virgola: in (16), senza la virgola, si tratta di un solo atto linguistico, il cui scopo illocutivo è informare dell’intero contenuto. Invece in (17), con la virgola, si tratta di due atti linguistici, cioè di due enunciati (come in parte segnalato anche dal probabilmente che apre il secondo): (16) Leggeva probabilmente un libro così interessante da impedirgli di sentire ciò che dicevamo (Mortara Garavelli 2003: 91) (17) Leggeva, probabilmente un libro così interessante da impedirgli di sentire ciò che dicevamo (Mortara Garavelli 2003: 91) Solo in (17) Leggeva è un atto che separatamente informa il destinatario che qualcuno leggeva, e non di altro; mentre ciò che segue la virgola è un ulteriore atto, che non informa più che qualcuno leggeva, ma solo di ciò che leggeva. La consapevolezza del fatto che intere frasi, ma anche parti di frasi, possono costituire un atto linguistico, fa capire perché è opportuna una virgola quando si rendano nello scritto atti linguistici includenti un vocativo, come i seguenti, portati a esempio rispettivamente da Fornara e Mortara Garavelli, che segnalano esplicitamente la peculiarità del caso in cui si debba rendere una struttura allocutiva: (18) Mario, è venuto Paolo. (Mortara Garavelli 2003: 76) (19) Mario, mangia la mela! (Fornara 1983: 82)  Nel secondo caso, senza la virgola Mario sarebbe da interpretare come il soggetto dell’unico atto linguistico, mentre con la virgola costituisce da sé un atto, la cui illocutività è invece 122 Insegnare la virgola in italiano allocutiva. In una didattica di base, è utile spiegare la separazione del vocativo mediante virgola motivandola con il fatto che il vocativo è un enunciato a sé, dotato di una funzione (quella allocutiva) indipendente. Il percorso di spiegazione che esplicita la funzione di separare enunciazioni indipendenti consente di inquadrare casi altrimenti problematici, come questo segnalato da Fornara (1983: 39): (20) E adesso siamo qui a leggere, in arrivo da entrambi, le bozze di nuovi capitoli, con qualche differenza decisiva e qualche analogia. In (20) la virgola dopo capitoli si potrebbe anche non mettere, quindi non c’è rischio di errore, e si potrebbe dire che non siamo di fronte a nessun problema didattico primario. Ma per spiegare perché la virgola si può mettere, anche qui vale il discorso che con essa la parte finale del periodo diventa un nuovo atto linguistico, una nuova predicazione. Più in generale, a un livello di base si può insegnare a capire che in questi casi la scelta di mettere o non mettere la virgola equivale alla scelta fra “parlare due volte” e “parlare una volta sola”, fra “dire due cose” e “dire una cosa sola”. Questo è illustrato molto bene dai casi in cui il connettivo cambia anche la sua semantica al variare della struttura informativa dell’enunciato (in 22 la congiunzione mentre può diventare avversativa): (21) Mi sono concentrato sulla lettura del libro mentre tutti gli altri chiacchieravano. (Fornara 1983: 42) (22) Mi sono concentrato sulla lettura del libro, mentre tutti gli altri chiacchieravano. Del resto, anche quando la semantica rimane la stessa, l’assenza o presenza della virgola determina se si tratti di un solo enunciato o di due: (23) Ho perso il treno perché ho avuto un contrattempo. (Fornara 1983: 85) (24) Ho perso il treno, perché ho avuto un contrattempo. Per migliorare la comprensione di questi meccanismi si può attirare l’attenzione del discente sul fatto che più le due parti sono lunghe, cioè più è difficile che costituiscano insieme un unico atto informativo, più la virgola diventa necessaria; quindi, ad esempio, in misura crescente da (25) a (27): (25) Giovanni è magro, ma muscoloso. (26) Giovanni ha studiato, ma non ha superato l’esame. (Fornara 1983: 44)  (27) Ho letto il libro che mi avevi consigliato qualche mese fa, ma non mi è piaciuto come l’autore introduce i personaggi. (modificato da Fornara 1983: 84)  Ad ogni modo, in una didattica davvero di base non occorrerà insistere troppo sulla Virgola degli Enunciati, che non genera facilmente errori in quanto è vero che essa interviene a modificare la struttura illocutiva, ma dal punto di vista normativo è permessa e non obbligatoria. 123 XIX Settimana della lingua italiana nel mondo ‘L’Italiano sul palcoscenico’ Atti del Convegno (24-26 ottobre 2019) La Virgola delle Aggiunte descrittive (comprese le Relative non restrittive) Si vedano esempi come (28–29): (28) Non guardo i gran premi di Formula Uno che fin dall’inizio mi sembrano noiosi (29) Non guardo i gran premi di Formula Uno, che fin dall’inizio mi sembrano noiosi (modif. da Fornara 1983: 85–86) Con esempi del genere è facile caratterizzare e far comprendere a un apprendente la funzione della virgola che distingue la relativa non restrittiva da quella restrittiva (anche se in italiano meno obbligatoriamente che in inglese). Accanto a questo è utile attirare l’attenzione sul fatto che la distinzione fra costruzioni restrittive e non restrittive non riguarda solo le frasi relative, e che conviene separare ogni aggiunta non restrittiva mediante una virgola, per distinguerla dalla corrispondente restrittiva: (30) Non ha giocato, come tutti si aspettavano (Mortara Garavelli 2003: 76)  (31) Non ha giocato come tutti si aspettavano Soprattutto per apprendenti la cui L1 ha regole diverse per la distinzione fra relative restrittive e non (ad esempio il tedesco, che prevede la virgola in entrambi i casi), conviene spiegare che senza virgola si introduce un costituente che restringe il campo di applicazione di ciò che precede, mentre con la virgola ciò che precede è già completo nella sua referenza, e gli viene aggiunta una caratterizzazione ulteriore. Si tratta insomma di trasmettere in sede didattica l’assunto di Ferrari & Lala (2013) che: dal punto di vista informativo, la relativa appositiva concretizza un movimento di aggiunta di informazione facoltativa, mentre la restrittiva è una sotto-componente semantica dell’unità informativa che contiene l’antecedente (Ferrari & Lala 2013: 494) Questa consapevolezza, forse più facile da raggiungere per le frasi relative, va poi estesa ad ogni opposizione fra restrittivo e non restrittivo, rappresentata da non importa che costituenti sintattici. In un caso come (30–31), per essere meglio capiti in sede didattica si può anche segnalare l’equivalenza con un costrutto relativo (non ha giocato nel modo che / in cui tutti si aspettavano); ma l’essenziale per arrivare a un buon uso di questa virgola è riuscire a spiegare la differenza fra un costituente necessario perché completa il senso della testa e informativamente “ne fa parte”, e un costituente che si aggiunge come un nuovo movimento informativo a una testa già completa. Come segnalato da Ferrari & Lala (2013), solo questo tipo di consapevolezza consente di spiegare perché prima del gerundio allargando, nell’esempio seguente, non si può mettere la virgola: (32) Alla domanda rivoltaci volta per volta dai nostri studenti, da professori italiani e stranieri, di suggerire il nome di una buona grammatica, ci eravamo abituati a rispondere allargando le braccia (da Ferrari 2003: 112). 124 Insegnare la virgola in italiano La Virgola del Focus a sinistra È insegnamento frequente e troppo meccanico che la virgola non vada mai messa tra Verbo e Oggetto diretto: (33) *Mario mangia, la mela Questo divieto (v. ad es. Fornara 1983: 82) è dovuto anche al fatto che da parte di molti scriventi è forte la tendenza a introdurre una virgola prima degli Oggetti che sono un Tema (Topic) a destra (quella che molta letteratura chiama Appendice: cfr. Cresti 2000, 2009; Ferrari 2004, 2007; Lombardi Vallauri 2009b, 2014). In realtà in tali casi la virgola ha una sua ragion d’essere e non occorre correggerla. Anzi, conviene spiegare all’apprendente che cosa lo induce a mettere una virgola, chiarendo che essa è perfettamente accettabile nei contesti in cui la Struttura Informativa dell’enunciato presenta una discontinuità come quella tra un Focus a sinistra e un’Appendice. Questo è particolarmente evidente nei casi in cui l’Appendice sia preceduta da un clitico che ne anticipa la referenza: (34) Mi pare quasi di udirla, la voce stizzita di Rosaria (Serianni 2012: 51–52) Ne consegue che quelli presentati come errori da Fornara (1983: 83) sono sì errori se quella che vogliono esprimere è una frase dalla struttura informativa non marcata; ma sono esempi di buona punteggiatura se — semanticamente e contestualmente — si giustifica che ciò che segue la virgola possa — dal punto di vista informativo — costituire un’Appendice, e ciò che la precede un Focus marcato a sinistra:3 (35) Abbiamo deciso, che non andremo in vacanza. (36) È interessante, che voi abbiate deciso così.4 Si noti che in tali casi la virgola rappresenta l’opzione migliore, perché in sua assenza questo andamento informativo e prosodico dell’enunciato non sarebbe espresso da niente che segnali una discontinuità prosodica, e quindi non si comunicherebbe al destinatario. Per lo stesso motivo è opportuna la virgola tra predicato focalizzato e soggetto posposto tematico: (37) Si sente così stanca e triste, la signora Leuca (L. Pirandello, cit. in Mortara Garavelli 2003: 87) (38) Parla bene, lui! (Serianni 2012: 51) Lo stesso vale per enunciati del tipo di questo esempio di Fornara (1983: 42), dove l’Appendice è costituita da un circostanziale: (39) Alcuni scrittori non accettano consigli da nessuno, dopo il primo libro di successo. 3 In letteratura i termini per queste categorie costituiscono le coppie abbastanza consolidate e quasi sinonimiche Tema/Rema, Topic/Focus o Topic/Comment. Qui adottiamo invece una terminologia mista, in cui a “Tema” (sinonimo di Topic) si oppone “Focus”, perché, pensando a un apprendente di base, ci pare che questi termini siano quelli di più facile comprensione. 4 Come si vede, qui è posposto il Soggetto. 125 XIX Settimana della lingua italiana nel mondo ‘L’Italiano sul palcoscenico’ Atti del Convegno (24-26 ottobre 2019) La Virgola delle Parentesi Si tratta di quella che Simone (1991) ha chiamato la “virgola-che-apre-e-che-chiude”, e che dunque è in realtà una coppia di virgole addette a segnalare un costrutto parentetico, che perciò didatticamente mi pare vantaggioso chiamare “parentesi”: (40) Perché il fatto che, secondo una formula stereotipata, l’agnello possa giacere accanto al lupo […], è un modo di sintetizzare quella situazione di pace… (C. Segre, cit. in Mortara Garavelli 2003: 79). (41) I suoi paesaggi, senza dubbio i maggiori della tradizione svizzera otto-centesca, partecipano della temperie culturale romantica. (Garzanti Arte, cit. in Serianni 2012: 54) Il costituente individuato da queste virgole può essere un’interruzione sia sintattica sia testuale-informativa, come ad esempio un vocativo, la cui funzione interattiva lo rende testualmente eterogeneo dalle unità che veicolano atti linguistici di altro tipo (denotativo, iussivo, interrogativo ecc.), come mostrano ad esempio Ferrari & Lala (2013): (42) Il poeta, o vulgo sciocco, un pitocco non è già (Carducci) (43) Via, caro Renzo, non andate in collera (A. Manzoni cit. in Ferrari/Lala 2013: 494) La Virgola delle Apposizioni Si insegna spesso (Fornara 1983: 86) che le apposizioni sono precedute dalla virgola: (44) Chi ti accompagna al treno? Gianni, mio cugino. Tuttavia ci si può domandare se questa virgola vada considerata — e insegnata — come una virgola funzionalmente a sé stante, oppure semplicemente un sottocaso della Virgola delle Parentesi, che si presenti da sola perché la fine del costituente parentetico coincide con la fine dell’enunciato; per cui la seconda delle due Virgole delle Parentesi è materialmente coincidente con il punto. La funzione della virgola in (44), cioè, sarebbe la stessa che in (45): (45) Al treno mi accompagna Gianni, mio cugino, mentre va a lavorare. Anche se in sede teorica se ne volesse riconoscere la sostanziale identità, probabilmente a fini didattici (quindi sia di comprensione che mnemonici) conviene dare nomi diversi a manifestazioni esteriormente diverse di questa virgola. Quindi mi pare più conveniente insegnare la Virgola delle Apposizioni come distinta dalla Virgola delle Parentesi; ed entrambe come distinte dalla Virgola delle Aggiunte Descrittive, benché su un piano teorico ci si possa domandare se nei casi di (44) e (45) la funzione della virgola sia davvero diversa da quella di (46), con una relativa descrittiva. Infatti la relativa di (46) potrebbe occorrere al posto del sintagma nominale semplice sia in (44) che in (45), conservando all’enunciato sia la struttura informativa che la semantica denotativa: (46) Gianni, che è mio cugino, mi accompagna al treno. 126 Insegnare la virgola in italiano Bibliografia 1. Corino 2015 = Elisa Corino, Connettivi pragmatici e virgole, in «Ricognizioni. Rivista di lingue, letterature e culture moderne», 4 (2015), pp. 11–25. 2. Cresti 2000 = Emanuela Cresti, Corpus di italiano parlato, Firenze, Accademia della Crusca, 2000. 3. Cresti 2009 = Emanuela Cresti, Clitics and anaphoric relations in informational patterning: a corpus-driven research in spontaneous spoken Italian (C-ORAL-ROM), in Information Structure and its Interfaces, a cura di Lunella Mereu, Berlin, Mouton De Gruyter, 2009, pp. 169–201. 4. Ferrari 2003 = Angela Ferrari, Le ragioni del testo. Aspetti morfo-sintattici e interpuntivi dell’italiano contemporaneo, Firenze, Accademia della Crusca, 2003. 5. Ferrari 2007 = Angela Ferrari, La fonction informationnelle d’Appendice. De la dislocation à l’apposition à travers la composante informationnelle, in “Cahiers Ferdinand de Saussure”, 59 (2007), pp. 55–86. 6. Ferrari et al. 2008 = Angela Ferrari, Luca Cignetti, Anna-Maria De Cesare, Letizia Lala 7. Magda Mandelli, Claudia Ricci, Carlo Enrico Roggia, L’interfaccia lingua-testo. Natura e funzioni dell’articolazione informativa dell’enunciato, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2008. 8. Ferrari & Lala 2011 = Angela Ferrari & Letizia Lala, Les emplois de la virgule dans l’italien contemporain. De la perspective phono/syntaxique à la perspective textuelle, in Ponctuation(s) et architecturation du discours à l’écrit, a cura di Michel Favriaud, «Langue Française» 172 (2011), pp. 53–88. 9. Ferrari & Lala 2013 = Angela Ferrari& Letizia Lala, La virgola nell’italiano contemporaneo. Per un approccio testuale (più) radicale. In «Studi di Grammatica Italiana», XXIX– XXX (2013), pp. 479–502. 10. Fornara 2010 = Simone Fornara, La punteggiatura, Roma, Carocci, 2010. 11. Lombardi Vallauri 2009a = Edoardo Lombardi Vallauri, La struttura informativa. Forma e funzione negli enunciati linguistici, Roma, Carocci, 2009. 12. Lombardi Vallauri 2009b = Edoardo Lombardi Vallauri, Appendix or Postposed Topic: 13. where does the difference lie?, in Information Structure and its Interfaces, a cura di Lunella Mereu, Berlin, Mouton De Gruyter, 2009, pp. 387–411. 14. Lombardi Vallauri 2012 = Edoardo Lombardi Vallauri, Parlare l’italiano. Come usare 15. meglio la nostra lingua, Bologna, Il Mulino, 2012. 16. Lombardi Vallauri 2014 = Edoardo Lombardi Vallauri, What can Japanese -wa tell us about the function of Appendixes, in “Faits de Langues”, 43, 2014, pp. 61–86. 17. Mortara Garavelli 2003 = Bice Mortara Garavelli, Prontuario di punteggiatura, Roma- 18. Bari, Laterza, 2003. 19. Serianni 1999 = Luca Serianni, Risposta al quesito del signor Fabio Ambrosetti di Varese sull’uso della virgola tra soggetto e predicato, in «La Crusca per voi», 18 (aprile 1999), p. 8. 20. Serianni 2012 = Luca Serianni, Italiani scritti, Bologna, Il Mulino, 2012. 127 XIX Settimana della lingua italiana nel mondo ‘L’Italiano sul palcoscenico’ Atti del Convegno (24-26 ottobre 2019) 21. Simone 1991 = Raffaele Simone, Riflessioni sulla virgola, in La costruzione del testo scritto nei bambini, a cura di Margherita Orsolini/Clotilde Pontecorvo, Firenze, La Nuova Italia, 1991, pp. 219–231. 22. Thompson 1985 = Sandra Annear Thompson Grammar and written Discourse: initial vs. final Purpose clauses in English, in «Text», 5 (1985), pp. 55–84. Edoardo Lombardi Vallauri docente del dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Strabiere presso l’Università Roma Tre