T. Parks: Gli italiani (p. 17/18) Sarà stato circa un’ora più tardi, quella stessa notte, che Vega si è messa ad abbaiare. Non esagero quando dico che non ho mai sentito un cane abbaiare a quel modo, con un timbro così lamentoso, come un’anima in pena. Guaiva, gemeva, ululava di rabbia e disperazione. Tanto che ho chiesto a Rita se mi potesse dire in quale girone infernale eravamo precipitati. La terza o quarta volta che la belva ci ha svegliati, ricordo di essere uscito sul balconcino della stanza da letto sul retro della casa, lontano dalla strada. Su un terrazzo sopraelevato, a non più di tre metri di distanza in linea d’aria, dall’altro lato di una striscia di giardino tra le due proprietà, un cane di grossa taglia tirava la catena e grattava con le zampe le persiane che chiudevano la porta di servizio di una vecchia casa di campagna. Mentre osservavo, gustando l’aria fresca della notte che mi accarezzava la pelle, qualcuno ha gettato qualcosa all’animale da una finestra del piano alto, forse del cibo, perché il cane si è messo subito a frugare affannosamente tra le foglie morte e i detriti che ingombravano il terrazzo, tra una Cinquecento e un’Alfetta. Tornato a letto, il sollievo del silenzio è stato di breve durata. Il ronzio insidioso di una zanzara aleggiava proprio sopra i nostri cuscini. In piedi di scatto, luce accesa, in mano una vecchia e polverosa rivista di ragioneria afferrata dal comodino, e nel giro di pochi secondi l’aggressore è stato ridotto ad una macchiolina di sangue rosso brillante sulla tempera ingrigita della parete. ‘Le zanzare possono trasmettere l’AIDS?’ ci aveva allarmato di recente il quotidiano di Vicenza. ‘Mi domando, sai,’ ho detto, tornando a letto, ‘mi domando se tutti gli snob e gli intellettualoidi e i professori in pensione che a Londra consultano le agenzie immobiliari per trovare la cascina da ristrutturare in Toscana sono stati debitamente informati su questi particolari.’ Mia moglie, che ama raccogliere queste sfide, mi ha fatto notare che, primo, il clima non è mai così infernale in Toscana, sarà per la vicinanza del mare; e secondo, i dialetti laggiù sono tutti piuttosto comprensibili, perché hanno formato la base della lingua italiana.