Senato: approvato ddl sul conflitto d'interessi ROMA - L'aula di Palazzo Madama ha approvato il disegno di legge sul conflitto d'interessi. A favore della legge hanno votato con scrutinio elettronico 165 senatori, contrari 87. Il provvedimento - che è stato ampiamente emendato - dovrà essere a questo punto votato dalla Camera dei deputati. Il principio fondamentale della nuova normativa stabilisce che "i titolari di cariche di governo non possono esercitare attività impreditoriali". Approvato il provvedimento, che ora passa alla Camera "Chi governa non può esercitare attività imprenditoriali" Conflitto d'interessi il Senato dice sì Le imprese o vendute o affidate a gestore esterno A favore maggioranza e Prc, contro la Casa delle Libertà ROMA - La legge sul conflitto d'interessi ha superato lo scoglio del Senato. L'aula di Palazzo Madama ha infatti approvato il provvedimento, con 165 voti favorevoli (la maggioranza più Rifondazione comunista) e 87 contrari (quelli della Casa delle libertà). I senatori che aderiscono al gruppo di Democrazia europea (il movimento di Sergio D'Antoni) non hanno partecipato al voto finale. Il testo del Senato modifica quello che due anni fa era stato approvato dalla Camera: e quindi l'intero articolato torna a Montecitorio per il voto decisivo. Cosa cambia? Il principio generale è che "i titolari di cariche di governo non possono esercitare attività imprenditoriali". Sono quindi pienamente eleggibili, ma una volta assunto l'incarico devono risolvere la situazione di conflitto, scegliendo fra la vendita dei propri beni e l'affidamento di questi ultimi a un gestore esterno nominato dall'Authority Antitrust, d'intesa con la Consob e sentito l'interessato. Ecco nel dettaglio come funzionerà la nuova normativa. I SOGGETTI: la legge sul conflitto di interessi riguarda i titolari delle cariche di governo: presidente del Consiglio, ministri, sottosegretari e commissari straordinari di governo. LE ATTIVITA' PROIBITE: per i componenti del governo sarà vietato occuparsi di attività economiche a carattere imprenditoriale che abbiano un giro di affari superiore ai 15 miliardi. Divieto assoluto di occuparsi di imprese del settore dei mass media. OBBLIGO DI DICHIARAZIONE: entro 20 giorni dall'assunzione della carica di governo, bisognerà comunicare all'Antitrust tutti i dati riguardanti le proprie imprese. L'Antitrust, nei successivi 45 giorni, verifica se le attività economiche comunicate rientrano tra quelle che fanno scattare il conflitto di interessi. L'accertamento dell'Antitrust può essere chiesto anche da un decimo dei componenti di ciascuna Camera. VENDITA O AFFIDAMENTO AL GESTORE: chi si trova in una situazione di conflitto di interessi accertato, avrà davanti a sé due strade: o la vendita delle proprie attività, o l'affidamento a un gestore esterno. Il gestore viene scelto dall'Antitrust, d'intesa con la Consob "sentito l'interessato". SANZIONI: mano dura contro chi tenta di aggirare i divieti. In caso di violazione della legge o di vendita fittizia (al coniuge, a un parente o ad una società collegata) scatteranno maximulte che andranno dal 2 al 50 per cento del valore delle imprese. GESTORE AL DI SOPRA DI OGNI SOSPETTO: il gestore che si sostituirà al titolare delle imprese, dovrà essere al di sopra di ogni sospetto. Per questo la legge fissa regole molto severe per la sua scelta: non potranno essere nominati gestori tutti coloro che nei cinque anni precedenti abbiano lavorato come dipendente o consulente con l'interessato. Una volta nominato, poi, il gestore avrà carta bianca nell'amministrazione delle imprese, ma non potrà in nessun caso consultarsi con il proprietario, pena la decadenza dall'incarico. Il gestore, tramite l'Antitrust, potrà soltanto far conoscere ogni 90 giorni i risultati economici complessivi della sua amministrazione. Il proprietario riceverà ogni semestre il reddito derivante dalla gestione. Il gestore che viola la legge sarà multato per una cifra tra lo 0,1 e l'1 per cento del valore del patrimonio. DIVIETO DI CONCESSIONI: una norma introdotta all'ultimo momento vieta a chi si trova nella situazione di conflitto di interessi di ottenere concessioni dalle aziende dello Stato per tutto il periodo in cui si trova a Palazzo Chigi. E' previsto anche il divieto di stipulare contratti di qualsiasi tipo con l'amministrazione dello Stato. INCOMPATIBILI ANCHE LE PROFESSIONI: la legge fissa l'incompatibilità con le cariche di governo per ogni impiego pubblico e privato. I componenti del governo iscritti in albi o elenchi professionali (avvocati, medici, ecc.) non potranno esercitare l'attività professionale né in Italia né all'estero. I dipendenti pubblici e privati vengono collocati in aspettativa dal giorno del giuramento. OBBLIGO DI ASTENSIONE: "I titolari di cariche di governo, nell'esercizio delle loro funzioni - dice la legge - devono dedicarsi esclusivamente alla cura degli interessi pubblici. Essi hanno l'obbligo di astenersi da ogni atto idoneo a influenzare specificamente, in virtù dell'ufficio ricoperto, i propri interessi". Quando il governo deve votare su un argomento che riguarda un proprio interesse economico, l'interessato deve allontanarsi.