I COMPLEMENTI 4. il sintagma nominale una romanza è formato da u n articolo ( una) e d a u n nome (romanza); una e romanza sono i costituenti immediati d e l sintagma nominale una romanza. Ogni frase quindi è costituita d a sintagmi, i quali a loro volta sono costituiti d a p a role. Si viene i n tal m o d o delineando l'immagine d i u n discorso strutturato secondo vari livelli successivi, gerarchicamente subordinati gli u n i agli altri: il livello della frase è superiore a quello d e l sintagma; il livello d e l sintagma è superiore a quello della parola. Il sintagma è perciò un'unità linguistica d i livello intermedio. ESERCIZI a pag. 1 3 2 3.2 I COMPLEMENTI Si è già detto c h e soggetto e predicato sono i d u e c o m p o n e n t i essenziali della frase; tuttavia quest'ultima può essere completata mediante altri c o m p o n e n t i c h e rappresentano varie funzioni. U n a frase come Giovanni mangia può essere completata così: Giovanni mangia una mela con appetito-, una frase c o m e Luisa è arrivata può essere completata così: Luisa è arrivata alla stazione all'ora prevista. Una mela, con appetito, alla stazione, all'ora prevista sono d e i complementi. • Si chiamano complementi i vari c o m p o n e n t i della frase c h e h a n n o la funzione d i completare quanto è espresso d a i d u e c o m p o n e n t i fondamentali, soggetto e predicato. Il complemento si trova i n u n a situazione d i d i p e n d e n z a rispetto a d altri elementi della frase. P e r esempio, nella frase Giovanni mangia una mela con appetito i complementi una mela e con appetito d i p e n d o n o d a l verbo mangia; così nella frase Luisa è arrivata alla stazione all'ora prevista i complementi alla stazione e all'ora prevista d i p e n d o n o d a l verbo è arrivata. Il complemento può essere d i d u e specie: diretto e indiretto. • Il complemento diretto è quello c h e d i p e n d e d a u n verbo transitivo attivo e che è costruito senza preposizione: Giovanni mangia una mela ; il cane segue il padrone ; il comandante dà un ordine ; l'onestà appaga l'animo. 105 LA FRASE SEMPLICE • I complementi indiretti e s p r i m o n o varie funzioni e s o n o costruiti p e r lo più c o n u n a preposizione semplice o articolata. R i c o r d i a m o soltanto il complemento d i termine: l'insegnante dà un libro alla ragazza, il complemento d i mezzo: il cacciatore uccise il cinghiale con ilfucile, il complemento d i modo: partirono in gran fretta; il complemento d i stato in luogo: l'auto sosta nel parcheggio, il complemento di tempo: Giulia dormì tutta la notte. 3.2.1 IL COMPLEMENTO OGGETTO O DIRETTO Dire c o m p l e m e n t o diretto equivale a dire c o m p l e m e n t o oggetto. Nelle frasi citate sopra, i c o m p l e m e n t i diretti una mela, un ordine, il padrone, l'animo s o n o d e i c o m p l e m e n t i oggetti. • Il complemento oggetto è u n sostantivo o u n a qualsiasi altra parte d e l discorso che determina l'«oggetto» dell'azione espressa dal verbo, u n e n d o si a d esso direttamente, cioè senza alcuna preposizione. Si deve notare tuttavia c h e l'assenza della preposizione n o n è u n carattere esclusivo del complemento oggetto; anche il soggetto e altri complementi (per esempio, quello di tempo: ho dormito tutta la notte) sono privi d i preposizione. D'altra parte, nel caso del partitivo il complemento oggetto è introdotto dalla preposizione di: comperare del pane, bere del vino. Pertanto nel definire il complemento oggetto bisogna tener conto anche d i altri criteri. Il carattere distintivo d e l c o m p l e m e n t o oggetto rispetto a l soggetto è dato dall'ordine delle parole: Luisa ama Paolo e Paolo ama Luisa sono due frasi diverse; soltanto i n base all'ordine delle parole possiamo dire c h e Luisa è soggetto nella p r i m a frase, è c o m p l e m e n t o oggetto nella seconda. L'ordine delle parole distingue i l soggetto dal c o m p l e m e n t o oggetto i n italiano e i n lingue c o m e i l francese e l'inglese. Nelle lingue che p o s s i e d o n o i casi ( c o m e il latino) l'ordine delle parole può essere - entro certi limiti - libero. Infatti i n latino il soggetto s i distingue perché è a l n o m i n a t i v o , i l c o m p l e m e n t o oggetto si distingue perché è all'accusativo: Tullium Livia amat; anche se Tullium o c c u p a la prima p o sizione, la sua d e s i n e n z a d i accusativo c i dice c h e s i tratta d e l c o m p l e m e n t o o g - getto. S e c o n d o u n a c o n c e z i o n e tradizionale i l c o m p l e m e n t o oggetto è ciò verso c u i si dirige, "transita" l'azione d e l verbo c o m p i u t a dal soggetto. In effetti l a n o z i o n e d i c o m p l e m e n t o oggetto è legata a quella d i v e r b o transitivo (v. 8.2). Si c o n s i d e r a n o transitivi tutti q u e i v e r b i c h e p o s s o n o avere u n c o m p l e m e n t o oggetto: leggere, studiare, amare, lodare ecc.; si c o n s i d e r a n o intransitivi tutti g l i altri: arrivare, partire, uscire, impallidire ecc. 106 I COMPLEMENTI Il complemento oggetto del verbo transitivo attivo può diventare il soggetto dello stesso verbo al passivo (v. 8.3): Luisa ama Paolo; Paolo è amato da Luisa. Questo criterio permette di distinguere costruzioni formalmente identiche c o m e per esempio: ho studiato tutto il libro e ho studiato tutto il giorno. La p r i m a frase (in cui il verbo è usato transitivamente) può essere volta al passivo: tutto il libro è stato studiato da me; mentre la s e c o n d a frase (in c u i il verbo è usato intransitivamente) n o n può essere volta al passivo: n o n p o s s i a m o infatti dire tutto il giorno è stato studiato da me. Si è detto che il c o m p l e m e n t o oggetto si trova soltanto c o n i verbi transitivi attivi; tuttavia alcuni verbi intransitivi p o s s o n o avere u n c o m p l e m e n t o oggetto rappresentato da u n sostantivo che ha la stessa base del verbo o presenta u n significato affine a quello del verbo. In tal caso si parla di complemento dell'oggetto in- terno: vivere una vita felice; piangere lacrime amare; sognare sogni di gloria; dormire sonni tranquilli. flt Dal punto di vista del significato si dice c o m u n e m e n t e che il c o m p l e m e n to oggetto è l'elemento che "subisce l'azione" (o "paziente") del verbo. Tenendo presente quanto detto i n 3.1.1 sulla differenza tra ruoli semantici e ruoli sintattici, questa definizione deve essere accolta c o n u n a certa cautela. Per esempio, in Luisa ama Paolo, il cacciatore uccide il cervo, il sole riscalda la terra si può dire che i c o m p l e m e n t i oggetti Paolo, il cervo, la terra "subiscono l'azione" dei rispettivi verbi. M a i n frasi c o m e Giacomo ha ricevuto un messaggio; il prigioniero ha subito maltrattamenti non si può certo affermare che i c o m p l e m e n t i oggetti messaggio e maltrattamenti "subiscono" l'azione dei rispettivi verbi; è vero anzi il contrario: sono i soggetti Giacomo e il prigioniero che " s u b i s c o n o " l'azione espressa dal verbo! Conviene d u n q u e partire sempre da una definizione grammaticale del complemento oggetto (così come degli altri c o m p o n e n t i della frase) e considerare soltanto in u n secondo momento una definizione fondata sul significato. Quest'ultima può essere utile per distinguere il cosiddetto "oggetto interno" che, come abbiamo visto, riprende u n significato contenuto nel verbo. Sempre in base al significato si può distinguere fra u n oggetto esterno stabile: mangiare un dolce, guidare un'auto, e u n oggetto risultante da un'operazione: confezionare un dolce, costruire un'auto (il dolce esiste soltanto d o p o che l'ho confezionato, e altrettanto vale per l'auto). La considerazione del significato è importante soprattutto per definire la frase riflessiva (il complemento oggetto è identico al soggetto: Mario si lava) e la frase reciproca (in cui due o più soggetti interagiscono: Luisa e Paolo si guardano, cioè Luisa guarda Paolo e Paolo guarda Luisa). Per maggiori particolari v. 8.4. 107 LA FRASE SEMPLICE Il complemento oggetto, oltre c h e d a u n sostantivo, può essere rappresentato d a qualsiasi altra parte d e l discorso (pronome, verbo, avverbio, c o n g i u n z i o n e ecc.) che assuma la funzione d i c o m p l e m e n t o oggetto: tu lodi questo ( p r o n o m e ) e io lodo quello (pronome); Maria ama leggere (verbo); Luigi preferisce il poco (aggettivo sostantivato); non capisco il perché (congiunzione) del suo atteggiamento. La proposizione oggettiva (v. 12.3) si p o n e sullo stesso piano d e l c o m p l e m e n t o oggetto, d e l quale si può considerare u n a forma ampliata, un'espansione; infatti in vari casi u n c o m p l e m e n t o oggetto può essere sostituito c o n u n a proposizione oggettiva: vedo il vostro abbattimento ~* vedo che siete abbattuti. Per maggiori particolari s u tale sostituzione v. 12.16. Consideriamo d u e frasi, ciascuna c o n tre varianti: Iprecede segue \ il gregge accompagna ) ( davanti a dietro accanto a Nelle d u e frasi, che h a n n o lo stesso significato, i l sostantivo il gregge si riferisce al verbo: è il complemento d e l verbo; vale a dire che serve a stabilire u n punto d i riferimento per i l camminare del pastore. In base al solo significato n o n possiamo distinguere il complemento indiretto d i 2 (costruito c o n una preposizione: davanti a, dietro, accanto a) dal complemento diretto d i 1 (costruito senza preposizione). Osserviamo che i n 1 il significato d e l verbo comprende anche la relazione d i luogo, mentre i n 2 la relazione d i luogo è espressa a parte, mediante la preposizione. C o m e appare, c i sono d u e m o d i d i rappresentare la stessa realtà, d u e m o d i che comportano delle differenze: il verbo camminare (più generico perché privo della determinazione d i luogo) può stare facilmente d a solo: il pastore cammina, mentre i l verbo precedere (più particolare perché ha i n sé la determinazione d i luogo) più difficilmente si può trovare d a solo: il pastore precede. Verbi come precedere, seguire, accompagnare sono meno autonomi rispetto a u n verbo generico come camminare: pertanto h a n n o bisogno d i essere "completati" mediante il complemento oggetto. ESERCIZI a p a g . 1 3 2 il gregge 3.2.2 IL COMPLEMENTO PREDICATIVO •t II complemento predicativo è u n aggettivo o u n sostantivo che si riferisce grammaticalmente al soggetto o al complemento oggetto, m a completa il significato d e l verbo. Per esempio, confrontando la frase il giovane cresce 108 I COMPLEMENTI con la frase il giovane cresce sano ci si accorge che l'aggettivo sano, accordato grammaticalmente (per il genere e per il numero) c o n il soggetto, completa il significato del verbo. Allo stesso m o d o se confrontiamo la frase i deputati elessero l'onorevole Bianchi con la frase i deputati elessero presidente l'onorevole Bianchi, notiamo che presidente, accordato grammaticalmente c o n il c o m p l e m e n t o oggetto, completa il significato d e l verbo. Nel primo caso (sano) a b b i a m o u n c o m p l e m e n t o predicativo del soggetto, nel secondo caso (presidente) u n c o m p l e m e n t o predicativo dell'oggetto. • Il complemento predicativo del soggetto è d u n q u e u n aggettivo o u n sostantivo riferito grammaticalmente al soggetto, m a tale da completare il significato d e l verbo. Lo si incontra principalmente insieme c o n : • i cosiddetti verbi copulativi (v. 3-1.2), c o m e sembrare, parere, diventare, apparire, rimanere, riuscire, risultare, nascere, vivere, morire ecc.: quel ragazzo sembra intelligente; il cielo diventa nuvoloso-, Carla appariva felice; I • vari verbi passivi, che si distinguono i n appellativi (essere chiamato, essere detto, essere soprannominato ecc.), elettivi (essere eletto, essere nomiE nato, essere proclamato ecc.), estimativi (essere stimato, essere giudicato, :: essere ritenuto), effettivi (essere fatto, essere reso ecc.): Garibaldi fu soprannominato l'eroe dei due mondi; Cicerone fu eletto console; Gennaro è ritenuto saggio; il giovane è reso maturo dall'esperienza. • Il complemento predicativo dell'oggetto è u n aggettivo o u n sostantivo riferito grammaticalmente al c o m p l e m e n t o oggetto, m a tale d a c o m p l e tare il significato d e l verbo. G l i stessi v e r b i che al passivo reggono il c o m plemento predicativo del soggetto all'attivo reggono il c o m p l e m e n t o predicativo dell'oggetto: vale a dire verbi appellativi (chiamare, dire, soprannominare ecc.), elettivi (eleggere, nominare, proclamare ecc.), estimativi (stimare, ritenere, giudicare, credere, reputare ecc.), effettivi (fare, rendere ecc.): gli amici lo soprannominarono la Volpe; ritengo Lucio un amico; nominò il figlio suo erede universale-, il lungo lavoro mi ha reso nervoso. 109 LA FRASE SEMPLICE I c o m p l e m e n t i predicativi del soggetto e dell'oggetto d i p e n d o n o direttamente dal verbo, m a spesso sono introdotti da preposizioni, avverbi o l o c u z i o n i preposizionali: a, da, in, per, come, quale, in qualità di, in conto di ecc. Per esempio: è stato preso a modello da tutti; fu dato per disperso; Nerone ebbe come maestro Seneca; lo assunse in qualità di segretario. ESERCIZI a p a g . 1 3 4 3 . 3 L'ATTRIBUTO L'attributo (dal lat. ATTRIBUTUM 'ciò < >') è un aggettivo che serve a qualificare, determinare, caratterizzare u n sostantivo dal quale d i - sintatticamente. L'attributo può essere riferito al soggetto, al c o m p l e m e n t o oggetto, a u n qualsiasi c o m p l e m e n t o indiretto, alla parte n o m i n a l e del predicato n o m i n a l e e c o n essi concorda nel genere e n e l n u m e r o ; n o n può essere riferito al predicato verbale. Per esempio: un uomo intelligente risolve problemi difficili è una frase nella quale intelligente è l'attributo del soggetto {un uomo), difficili è l'attributo del c o m p l e m e n t o oggetto (problemi). Luisa è arrivata alla stazione centrale all'ora prevista è una frase i n c u i centrale è l'attributo del c o m p l e m e n t o d i m o t o a luogo (alla stazione: v. 3-5.3), prevista è l'attributo del c o m p l e m e n t o d i t e m p o (all'ora: v. 3.5.4). Paola è una ragazza simpatica è una frase i n cui simpatica è l'attributo della parte n o m i n a l e (una ragazza: v. 3.1.2). L'attributo può essere costituito da un qualsiasi aggettivo (qualificativo, possessivo, dimostrativo, indefinito, interrogativo ecc.) e anche da un participio usato c o n valore di aggettivo: quella giovane è mia sorella (mia è attributo della parte nominale); scegli un oggetto qualsiasi (qualsiasi è attributo del complemento oggetto); ho letto un libro entusiasmante (entusiasmante è attributo del complemento oggetto). L'attributo può essere qualcosa d i accessorio che si aggiunge ad u n elemento fondamentale della frase o p p u r e può essere parte integrante dell'elemento c u i si r i ferisce. Per esempio, il celebre tenore cantò una bella romanza manterrebbe u n senso (sia pure m e n o preciso) se fossero eliminati i d u e attributi celebre e bella. Invece la frase con la luce spenta non vedo nulla diventerebbe priva d i senso se l'attributo spenta fosse eliminato. 110 L'ATTRIBUTO Il valore dell'attributo può essere confrontato sia con il complemento d i specificazione (v. 3.5.1) (già) c o n il predicato nominale. Consideriamo per esempio: l'area comunale l'area del comune l'area è comunale attributo compi, d i specificazione predicato nominale Tra del comune e comunale c'è u n rapporto d i derivazione (da u n n o m e a d u n aggettivo: v. 15.1.6): si tratta d i due determinanti che n o n differiscono molto fra loro per le caratteristiche sintattiche e per il significato. Invece fra il sintagma nominale l'area comunale e la frase c o n predicato nominale l'area è comunale c'è u n a differenza sintattica: la presenza del verbo essere, È necessario distinguere fra attributo, parte nominale e complemento predicativo del soggetto. Si confrontino queste tre frasi: il ricco signore passeggia; il signore è ricco; il signore ritorna ricco. Nella prima abbiamo u n attributo: infatti l'aggettivo è riferito direttamente al nome; nella seconda abbiamo una parte nominale: l'aggettivo è collegato al soggetto per mezzo della copula essere; nella terza abbiamo u n complemento predicativo d e l soggetto: l'aggettivo è riferito sì al soggetto, m a completa il senso dei- verbo. Sapendo c h e l'attributo serve principalmente a determinare il sostantivo c u i si r i ferisce, osserviamo c o m e tale funzione possa essere svolta nella frase anche d a a l tri elementi. Per esempio, se confrontiamo un famoso cantante con un cantante di grido ci accorgiamo c h e l'aggettivo famoso e il sintagma di grido h a n n o la stessa funzione di attributo (di sintagmi d i questo tipo ne esistono parecchi i n italiano: un romanzo d'avanguardia, un appartamento di lusso, uno spettacolo di massa, un cavallo di razza, materiali di recupero, oggetti di scarto ecc.; p e r u n discorso più ampio sull'argomento v. 6.5.2). Vi sono p o i proposizioni relative (v. 12.13) che h a n n o la stessa funzione d i u n attributo: nella frase il brano che segue è tratto dal «Giorno- di Panini la proposizione che segue equivale a 'seguente', cioè a u n attributo. Ciò si spiega tenendo presente quanto detto i n 3.1.3 a proposito della struttura interna d e l sintagma: i sintagmi preposizionali (di grido, d'avanguardia ecc.) e le proposizioni relative svolgono, c o n l'attributo, la medesima funzione d i determinanti della testa d e l sintagma nominale. LE FUNZIONI DELL'ATTRIBUTO Volendo distinguere più i n particolare le funzioni dell'attributo, se ne p o s s o n o r i cordare tre fondamentali: • L'attributo può quantificare (funzione quantificatrice): i quattro giovani, il terzo piano, i numerosi visitatori, le poche automobili. I l i LA FRASE SEMPLICE • L'attributo può caratterizzare il sostantivo (funzione caratterizzante), 1 vale a dire può individuare u n a più ristretta categoria d i riferenti fra quelli indicati d a l sostantivo e può attribuire a tale categoria u n carattere particolare: i ragazzi sportivi, cioè n o n tutti m a soltanto quelli a c u i si applica il carattere d i "sportivo". G l i attributi d i questo tipo corrispondono alle cosiddette proposizioni relative determinative (o limitative): i ragazzi che praticano uno sport godono di una buona salute (v. 12.13). • L'attributo può svolgere u n a funzione esornativa ( d a l lat. E X O R N A R E 'adornare'), cioè può esprimere u n a qualità c h e è implicita nella definizione stessa d e l sostantivo c u i l'attributo si riferisce: la bianca neve, l'oscura notte, il dolce miele. A p p a r t e n g o n o a questo tipo g l i epiteti ( d a l greco epitbeton 'ciò c h e è aggiunto') esornativi c h e ricorrono n e l linguaggio poetico tradizionale: il pie veloce Achille. 3 . 4 L'APPOSIZIONE • L'apposizione (dal lat. APPOSITIO -ONIS 'ciò che si appone') è u n sostantivo che si mette vicino a d u n altro p e r caratterizzarlo o definirlo meglio. C o m e l'attributo, l'apposizione si può riferire al soggetto o a d u n qualsiasi c o m plemento. Per esempio, nelle frasi: il console Cicerone si oppose a Catilina; il signor Bianchi ama la musica i sostantivi il console e il signor s o n o a p p o s i z i o n i d e i soggetti Cicerone e Bianchi. Nella frase: sono andato da Giulio, il meccanico il sostantivo il meccanico è l'apposizione d e l c o m p l e m e n t o da Giulio. C o m e appare, l'apposizione può precedere i l termine c u i si riferisce (il console Cicerone, il signor Bianchi) o p p u r e può seguirlo (Giulio, il meccanico). Q u a n d o l'apposizione segue può avere ulteriori determinazioni (attributi o complementi): Cicerone, il famoso oratore dell'antichità; Bianchi, l'inquilino del piano di sotto; Giorgio, l'amico fedele e discreto. L'apposizione può essere introdotta d a p r e p o s i z i o n i , avverbi o l o c u z i o n i preposi- zionali: mio fratello, da giovane, viveva a Roma; il direttore, come responsabile dell'azienda, prenderà una decisione. In queste frasi le a p p o s i z i o n i sono costituite dagli insiemi: da giovane, come responsabile dell'azienda, nella sua qualità di ministro. ESERCIZI a p a g . 1 3 4 112 I COMPLEMENTI INDIRETTI 3.5 I COMPLEMENTI INDIRETTI Alla struttura d i base soggetto + predicato, p o s s o n o aggiungersi ulteriori determinazioni, rappresentate d a u n ' a m p i a varietà d i costruzioni sintattiche, c h e sono tradizionalmente riunite sotto la d e n o m i n a z i o n e d i complementi indiretti. La nozione d i c o m p l e m e n t o , p u r avendo u n a sua utilità didattica, è stata m o l to discussa dalla linguistica moderna. In particolare si è lamentata l'assenza d i criteri univoci d i classificazione: quelli basati s u l significato d a n n o luogo alla progressiva moltiplicazione d e i c o m p l e m e n t i " m i n o r i " , creando spesso divisioni artificiose e arbitrarie; d'altro canto i l ricorso a criteri meramente formali n o n permette di dar conto delle differenze d i significato e d i funzione logica c h e u n m e d e s i m o sintagma preposizionale ( p o n i a m o dal dentista) h a i n diverse frasi: Mario è andato dal dentista, Mario è stato visitato dal dentista, l'ho incontrato per caso dal dentista (presso lo studio d e l dentista). I principali c o m p l e m e n t i indiretti individuati dall'analisi logica tradizionale sono: il c o m p l e m e n t o d i specificazione, il c o m p l e m e n t o d i termine, il c o m p l e m e n t o d i luogo, il c o m p l e m e n t o d i tempo, il c o m p l e m e n t o d i mezzo, il c o m p l e m e n t o d i modo, il c o m p l e m e n t o d i causa, il c o m p l e m e n t o d i compagnia, il c o m p l e m e n t o d'agente. Si distinguono p o i numerosi altri c o m p l e m e n t i (fine, vantaggio, materia, qualità, argomento, limitazione, misura, c o l p a ecc.), la c u i individuazione si fonda p e r lo più su criteri empirici e d i classificazione pratica. 3.5.1 SPECIFICAZIONE • Il complemento d i specificazione serve appunto a specificare il significato del termine c u i si riferisce; ha u n impiego molto vasto e risponde alle d o mande di chi?, di che cosa?: i re di Francia ; la vista del panorama ; il cane del mio amico ; la pianta del pesco ; il profumo della rosa ; il «Decameron» del Boccaccio. Il complemento d i specificazione è retto dalla preposizione di e dipende sempre da u n nome: così, p e r esempio, i n piangere di gioia e duro d'orecchi n o n si hanno c o m p l e m e n t i d i specificazione ma, rispettivamente, d i causa e d i limitazione. 113 LA FRASE SEMPLICE I complementi d i specificazione retti da n o m i come timore, amore, desiderio, difesa ecc. possono dare luogo a d ambiguità d i significato: il timore di Anna può valere sia 'Anna teme qualcuno' sia 'qualcuno teme Anna'. Il significato cambia secondo che A n na sia il soggetto o l'oggetto d e l temere: per questo si parla d i specificazione soggettiva (il timore di Anna = A n n a teme qualcuno) e d i specificazione oggettiva (il timore dì Anna = qualcuno teme Anna). Il sintagma la descrizione del Paradiso di Dante contiene u n complemento d i specificazione soggettiva (di Dante) e u n c o m p l e m e n to d i specificazione oggettiva (del Paradiso); anche i n questo caso, per riconoscerli è necessario trasformare il sintagma nella frase corrispondente: Dante (soggetto) descrive (predicato) il Paradiso (oggetto). ESERCIZI a pag. 1 3 6 3.5.2 TERMINE Il complemento d i termine indica l'essere o la cosa su c u i "termina l'azione"; risponde alle d o m a n d e a chi?, a che cosa?: la lettera fu recapitata al destinatario; ho fatto un regalo a Giorgio, questo vestito non mi piace; non le ho ancora parlato. Il c o m p l e m e n t o d i termine è retto dalla preposizione a o p p u r e è espresso direttamente dai p r o n o m i mi, ti, ci, gli, cui ecc. Attenzione a n o n confondere le particelle pronominali mi, ti ecc. complemento oggetto e complemento d i termine (v. 7.1.2): ti ho visto (ti = 'te', complemento oggetto); ti ho scritto (ti= 'a te', complemento d i termine). ESERCIZI a pag. 1 3 7 3.5.3 LUOGO • Il complemento d i luogo esprime le diverse collocazioni nello spazio d i u n essere o di una cosa. V i sono quattro tipi fondamentali d i complementi d i luogo: • stato i n luogo, che indica il luogo i n cui c i si trova o avviene un'azione; risponde alle d o m a n d e dove?, in quale luogo?: abito a Roma ; stava sdraiato per terra ; resto in casa ; la presenza in ufficio ; è sulla tavola ; spero di essere nel giusto ; dorme da noi, ho fiducia in te. In questi ultimi d u e esempi nel giusto e in te sono c o m p l e m e n t i d i stato i n l u o g o "figurato", i n quanto n o n si riferiscono a luoghi concreti e reali, m a a concetti o persone considerati c o m e se fossero luoghi. Il c o m p l e m e n t o d i stato i n luogo è retto dalle preposizioni in, su, a, da, tra, per, di, sopra, sotto, dentro, fuori, o dalle l o c u z i o n i preposizionali accanto a, vicino a, nei pressi di, nelle vicinanze di ecc. 114 I COMPLEMENTI INDIRETTI • moto a luogo, c h e indica il luogo (reale o figurato) verso c u i c i si m u o ve o è diretta un'azione; risponde alle d o m a n d e dove?, verso dove?: vado a Palermo ; mi dirigo verso casa ; vengo in città ; parto per il mare ; torno da te ; sali sulla scala ; giunse alla disperazione (moto a luogo figurato). Il complemento d i m o t o a luogo è retto dalle p r e p o s i z i o n i a, da, in, su, per, di, tra, verso, sopra, sotto, vicino, dentro, o dalle l o c u z i o n i preposizionali dalle parti di, nei pressi di ecc. • moto da luogo, c h e indica il luogo (reale o figurato) d a c u i c i si m u o v e o si diparte un'azione; risponde alle d o m a n d e da dove?, da quale luogo?: vengo da Napoli, al tuo ritorno dall'estero ; sono uscito di casa alle nove-, comincia l'esodo dalla città; sono reduce da una brutta esperienza (moto d a luogo figurato). Il complemento d i m o t o d a luogo è retto dalle p r e p o s i z i o n i da e di. • moto per luogo, c h e indica il luogo (reale o figurato) attraverso cui c i si muove o si effettua un'azione; risponde alle d o m a n d e per dove?, attraverso quale luogo?: non passare per questa strada ; prendemmo attraverso i campi; entro dall'ingresso secondario; un passaggio in mezzo ai monti; quanti ricordi mi passano nella mente (moto p e r l u o g o figurato). Il complemento d i m o t o per luogo è retto dalle p r e p o s i z i o n i per, da, di, tra, attraverso, in, o dalla l o c u z i o n e preposizionale in mezzo a. Preposizioni come in, a, da, per p o s s o n o avere significati e funzioni diverse: resto in casa stato i n luogo vado in città m o t o a luogo corro nei campi m o t o p e r l u o j vivo a Roma stato i n luogo vado a Roma m o t o a luogo dorme da noi stato i n l u o g o torno da te m o t o a l u o g o parto da Napoli m o t o d a luogc entro dalla porta m o t o p e r l u o j il treno per Pisa m o t o a luogo passo per Pisa m o t o p e r luog era seduto per terra stato i n luogo ESERCIZI a p a g . 1 3 8 115 LA FRASE SEMPLICE 3.5.4 TEMPO • Il complemento d i tempo esprime le diverse circostanze d i tempo dell'azione o della condizione indicata dal verbo. V i s o n o d u e tipi fondamentali d i c o m p l e m e n t i d i tempo: • tempo determinato, che indica il m o m e n t o i n c u i si verifica l'azione o la circostanza espressa d a l verbo; risponde alle d o m a n d e quando?, per = quando?, a quando?, in quale momento o periodo?: arrivò alle sei, mi svegliai a notte inoltrata, ci vediamo questa sera, l'ho conosciuto durante la guerra, gli ho scritto domenica ; rinviamo alla prossima volta. Il complemento d i tempo determinato è retto dalle preposizioni e l o c u z i o n i preposizionali in, a, di, per, su, con, tra, durante, al tempo di, prima di ecc.; si trova spesso senza preposizione: l'anno scorso, il 5 maggio, un secolo fa ecc. Può essere espresso anche d a avverbi come oggi ecc. • tempo continuato, c h e indica p e r quanto t e m p o dura l'azione o la cirri costanza espressa d a l verbo; risponde alle d o m a n d e quanto?, per quanto = tempo?, in quanto tempo?, da quanto tempo?: rimango quiper due settimane, ti aspettofino alle dieci, lo conosco da molti anni, finirò in pochi giorni ; piovve tutto il giorno ; la partita durò due ore. Il c o m p l e m e n t o d i t e m p o continuato è retto dalle p r e p o s i z i o n i e l o c u z i o n i preposizionali per, in, da, durante, fino a ecc.; si trova spesso senza preposizione (ha studiato due ore) o introdotto d a avverbi (sono sempre d'accordo). ESERCIZI a p a g . 1 3 9 3.5.5 MEZZO O STRUMENTO Il complemento d i mezzo o strumento indica l'essere o la cosa per mezzo di c u i si fa o avviene qualcosa; risponde alle d o m a n d e per mezzo di chi?, per mezzo di che cosa?: con il tuo aiuto risolverò la questione; vengo con l'aereo ; si nutrono di erbe, scrivo a macchina ; andiamo in bicicletta; spedizione per mezzo di un corriere. Il c o m p l e m e n t o d i m e z z o o strumento è retto dalle p r e p o s i z i o n i con, per, a, in, di, da, mediante, o dalle l o c u z i o n i preposizionali per mezzo di, per opera di, grazie a ecc. 116 I COMPLEMENTI INDIRETTI 3.5.6 MODO O MANIERA • Il complemento d i modo o maniera indica i l modo, la maniera i n cui si fa o avviene qualcosa; risponde alle domande come?, in che modo?, in che maniera?: il vento soffiava con forza, un lavoro eseguito alla perfezione, mio figlio studia con diligenza ; lo faccio di malavoglia. parlava in fretta, Il complemento d i m o d o è i n genere sostituibile c o n u n avverbio d i m o d o : con forza = fortemente, con diligenza = diligentemente, in fretta = frettolosamente. Il complemento d i m o d o è retto dalle preposizioni con, a, in, per, di, da, su, o dalle locuzioni preposizionali alla maniera di, a guisa di ecc. ESERCIZI a p a g . 1 4 1 3.5.7 CAUSA • Il complemento d i causa indica il motivo, la causa p e r c u i si fa o avviene qualcosa; risponde alle domande per quale motivo?, per quale causa?: non esco per il maltempo, sto morendo di fame, piangeva dalla gioia ; a causa dell'influenza non potè partire; Il complemento d i causa è retto dalle preposizioni per, di, da, a, in, con, o dalle locuzioni preposizionali a causa di, per motivo di, in conseguenza di ecc. ESERCIZI a pag. 1 4 2 3.5.8 COMPAGNIA E UNIONE • Il complemento d i compagnia e quello d i unione indicano rispettivamente l'essere animato (compagnia) o inanimato (unione) c o n c u i si è o c o n cui si fa qualcosa. Il complemento d i compagnia risponde alle domande con chi?, in compagnia di chi?; quello d i unione risponde alle domande con che cosa?, unitamente a che cosa?: il maestro parla con gli scolari; eravamo in compagnia di amici (o anche: eravamo tra amici), parte insieme con noi (o anche: insieme a noi), sono uscito con l'ombrello, arrivò con un mazzo di rose; un risotto con i funghi. I complementi d i compagnia e d i unione sono retti dalle preposizioni con, tra, o dalle locuzioni preposizionali in compagnia di, insieme con (anche insieme a) ecc. ESERCIZI a pag. 1 4 3 117 LA FRASE SEMPLICE 3.5.9 AGENTE E CAUSA EFFICIENTE • Il complemento d i agente e quello di causa efficiente indicano rispettivamente l'essere animato (agente) o inanimato (causa efficiente) da c u i è compiuta un'azione espressa da u n verbo passivo. Il c o m p l e m e n t o d i agente risponde alla domanda da chi?-, quello d i causa efficiente risponde alla domanda da che cosa?-. i Cartaginesi furono sconfitti dai Romani, il rapinatore è stato catturato dalla polizia, il progetto fu apprezzato da parte di tutti, i pesci furono uccisi dall'inquinamento, il bosco è stato gravemente danneggiato dall'incendio, alla fine fu vinto dal sonno. Trasformando la frase passiva i n attiva, i c o m p l e m e n t i d i agente e d i causa efficiente diventano soggetti, mentre il soggetto diventa oggetto: i Cartaginesi furono sconfitti dai Romani = i Romani sconfissero i Cartaginesi; i pesci furono uccisi dall'inquinamento = l'inquinamento uccise ipesci. Il complemento d'agente è retto dalla preposizione da, o dalla locuzione preposizionale da parte di; il complemento d i causa efficiente è retto dalla preposizione da. ESERCIZI a p a g . 1 4 4 3.5.10 ALTRI COMPLEMENTI • Abbondanza e privazione (di chi?, di che cosa?): indicano ciò che si ha i n a b b o n d a n z a o d i c u i si è privi. Sono retti dalla p r e p o s i z i o n e di: un articolo ricco di spunti critici; una congettura priva di qualsiasi attendibilità. • Allontanamento o separazione, origine o provenienza (da chi?, da che cosa?, da dove?): simili al c o m p l e m e n t o d i m o t o d a luogo, indicano ciò d a c u i q u a l c u n o o qualcosa si allontana, si separa, ha origine, proviene. Sono retti dalle preposizioni da, di: mi trovavo lontano di casa, ha dovuto distaccarsi dagli amici, è nato da una famiglia agiata, la presunzione deriva spesso dall'ignoranza. • Argomento (di chi. di che cosa?, intorno a chi, intorno a che cosa?): i n dica ciò d i c u i q u a l c u n o o qualcosa parla. È retto da di, su, intorno a, a proposito di: discutere della situazione politica ; un trattato sulle malattie nervose. 118 I COMPLEMENTI INDIRETTI • Colpa e pena (colpa: di che cosa?, per che cosa?; pena: a che cosa?, con che cosa?)-, indicano, rispettivamente, la c o l p a d i c u i q u a l c u n o è accusato e la pena c u i q u a l c u n o è condannato. Il c o m p l e m e n t o d i c o l p a è retto dalle preposizioni per, di; quello d i p e n a dalle p r e p o s i z i o n i a, di, per: reo di omicidio (colpa); fu condannato all'ergastolo (pena). • Concessivo (nonostante chi, che cosa?): indica q u a l c u n o o qualcosa nonostante c u i avviene u n fatto. È retto d a nonostante, malgrado, a dispetto di: nonostante la sua promessa di restare, se ne andò. • Denominazione (di chi?, di che cosa?, di quale nome?): è u n tipo d i specificazione, i n quanto specifica il n o m e proprio d e l n o m e generico c h e 10 precede. È retto dalla preposizione di: la città di Bari ; 11 nome di Carlo (o il nome Carlo, d o v e nome ha valore d i apposizione). • Distanza (quanto?, a che distanza?): indica la distanza d a u n p u n t o d i riferimento. È retto dalle preposizioni a, tra; spesso si trova senza prepo- sizione: la città dista da qui cinque chilometri; si mise a pochi passi da me. • Distributivo (ogni quanto, ogni quanti?, in quale proporzione o distribuzione?): indica la p r o p o r z i o n e o la distribuzione d i q u a l c u n o o d i qualcosa. E retto dalle p r e p o s i z i o n i per, a, su; spesso si trova senza preposi- zione: camminate in fila per tre, la benzina è aumentata del quindici per cento, costa cinquemila lire al metro (o il metro). • Esclusione (senza chi, senza che cosa?, eccetto chi, eccetto che cosa?): indica ciò c h e rimane escluso. È retto d a senza, fuorché, eccetto, tranne, meno, salvo, all'infuori di, ad eccezione di: sono arrivati tutti, tranne Maria ; siamo usciti senza ombrello. • Età (a quanti anni?, di quanti anni?): indica l'età. È retto dalle preposizioni di, a e, c o n valore d i approssimazione, su: un uomo di circa trent'anni (o sui trent'anni); morìa settantadue anni. 119 LA FRASE SEMPLICE • Fine o scopo (per quale fine?, per quale scopo?): indica il fine per cui si fa o avviene qualcosa. È retto da a, per, da, in, di, a fin di, a scopo di ecc.: lottiamo per la vittoria, un cane da guardia ; ti mando un libro in dono ; lo ha fatto a fin di bene. • Limitazione (per che cosa?, limitatamente a che cosa?): indica il limite, l'ambito entro c u i vale ciò che si dice. È retto da di, in, da, a, per, con, rispetto a, quanto a, limitatamente a: per intelligenza non ha rivali; quanto ad altruismo, lascia molto a desiderare. • Materia (fatto di che cosa?, di quale materia?): indica la materia d i c u i è fatta u n a cosa. È retto dalle preposizioni di, in: un vaso di coccio, un cancello inferro battuto. • Paragone (di chi, di che cosa?, quanto chi, quanto che cosa?, come chi, come che cosa?): indica il s e c o n d o termine d i u n confronto. È retto da di, che, come, quanto: Eugenio è più bravo di Antonio, Giorgio è più intelligente che volenteroso ; la mia casa è grande come (quanto ) la tua. • Partitivo (tra chi?, tra che cosa?): indica u n tutto d i c u i si considera solo una parte. È retto dalle preposizioni tra (fra), di: chi di voi lo conosce?; nella sua materia, è uno tra i migliori specialisti. • Qualità (di che qualità?, come?): indica u n a qualità o u n a caratteristica di q u a l c u n o o di qualcosa. È retto dalle p r e p o s i z i o n i di, da , a, con: una persona di grande prestigio, un quadro di valore, un vecchio dalla barba bianca. 120 I COMPLEMENTI INDIRETTI • Quantità o misura (quanto?, di quanto?, per quanto?): indica u n a quantità, una misura. È retto dalle p r e p o s i z i o n i per, di, a e, c o n valore d i approssimazione, su; spesso si trova senza preposizione: pesa circa dieci chili (o sui dieci chili), una bottiglia di un litro, la pianura si stendeva per molti chilometri. • Rapporto o relazione (tra chi?, tra quali cose?): indica u n rapporto, una relazione. È retto dalle p r e p o s i z i o n i tra (fra), con: c'è stato un battibecco tra loro, tra l'uno e l'altro c'è poca differenza-, sono in buoni rapporti con il direttore. • Sostituzione o scambio (al posto di chi, di che cosa?, invece di chi, di che cosa?): indica q u a l c u n o o qualcosa che è al posto d i altro. È retto d a per, al posto di, invece di, in cambio di, in luogo di: prendere lucciole per lanterne, invece dell'aereo prendo il treno. • Stima e prezzo (quanto?, a quanto?): indicano quanto u n essere o u n a cosa sono stimati o quanto costano. È retto dalle p r e p o s i z i o n i a, di, per, da, in e, c o n valore d i approssimazione, su; spesso si trova senza p r e p o - sizione: un quadro valutato circa cento milioni (o sui cento milioni), 10 compro per (a ) diecimila lire. • Vantaggio e svantaggio (per chi, per che cosa?, a vantaggio o a danno di chi, di che cosa?): i n d i c a n o p e r c h i o per c h e cosa si fa o avviene qualcosa. Il c o m p l e m e n t o d i vantaggio è retto d a per, a, verso, a vantaggio di, in favore di; q u e l l o d i svantaggio d a per, contro, a danno di: 11 soldato combatte per hi patria, ilfumo è pericoloso per la salute. • Vocazione: serve per invocare, chiamare, rivolgere la parola; n o n h a legami di dipendenza c o n altri elementi della frase, d a c u i è isolato p e r mezzo della virgola; si può trovare anche d a solo (in questo caso costituisce esso stesso una frase). Può essere preceduto dalla particella vocativa o: Andrea!, signori, vi prego di fare attenzione-, mi appello, o giudici, alla vostra clemenza. ESERCIZI a p a g . 1 4 5 121