LA FHASI S1MPLICI Accanto all'analisi logica, all'analisi grammaticale e all'analisi sintattica, alcuni principi della linguistica moderna ci aiutano a capire meglio come una lingua vive e si sviluppa. Nella sua realtä concreta la lingua non si presenta in parti isolate (cioe in fra-si, proposizioni, parole); una lingua si presenta in testi. ■ tin testo si puä definrre come üh atto comunicatfyo che appare örientato verso nn oerto terra e che dimostra di possedere un'intenzionc c una t'i-nalitä chiaramente definite. Un lesto puo avere yaria estenstone: e vario carattcre: puo essere scritlo oppure orale iv. l-i.2). Nel testo si distinguono le frasi, che sono delle unitä di senso compiuto (v. 12.20.1). Una fräse puö essere composta di piü proposizioni o di una sola propo-sizione (si chiama proposizione ogni segmento della frase fornito di un predicato): quando Mario usci di casa, / incontm Giovanni, / il quale gli racconto / che cosa era avvenuto ilgiornoprima e una frase composta di quattro proposizioni: e una frase complessa (v. 3.7); in-vece: Mario usci di casa e una frase composta di una sola proposizione: e una frase semplice. Occorre inoltre distinguere tra frase verbale, cioe prowista del verbo: Mario usci di casa; Giorgio mangia la mela; I'uomo vive; mio padre eun ottimista; e frase nominale, cioe priva del verbo: in ufficio tutto bene; Antonio, qui subito! (ordine); oggi niente giornali; a buon intenditorpoche parole (proverbio). Gli esempi osservati si riferiscono a frasi indipendenti (v. 3.7). Tuttavia la distinzione tra frase verbale e nominale riguarda anche le proposizioni subordinate. Possiamo per esempio dire I'imputato ha sempresostenuto di essere innocente, oppure I'impiitato ha sempre sostenuto la sua innocenza. II piotedimento mediante il quale una proposizione subordinata viene trasformata in gruppo nominale si clefinisce nominalizzazione (v. 12.16). Quando in un periodo le frasi nominali prevalgono su quelle verbau, si parla di stile nominale (v. 8.15.1). Nel parlato si ricorre con frequenza alle frasi nominali, per ragioni di immediatezza comn-nicativa; lo stesso procedimento e perö utilizzalo, per otrenere particolari effetti stilisti-ci, anche nella prosa letteraria o giornalistica. A parte vanno considerate le cosiddette frasi ellittiche, quelle cioe in cui uno dei componenti essenziali della frase viene sottinteso. L'ellissi e particolarmente frequente nelle strutture coordinate, in cui si puö fare a meno di ripeterc il soggetto (suH'ellissi del soggetto v. anche 3.1-1): la squadra ha giocato molto bene ma non e riuscita a ottenere la vittoria; il verbo: Marco ha comprato una maglietta, io un paio di scarpe; LA STMTTUM DELIA IRASI SIMPLICE il complemento oggetto: la pioggia ba bagnato, il sole ha asciugato i nostri abiti; o un altro dei costituenti della frase: Giovanni ba scritto, io ho telefonato a Maria per fade gli auguri di Pasqua. Un'altra forma piuttosto comune di ellissi si ha nei dialoghi, quando nella risposta si evita di ripetere parte dell'informazione giä contenuta nella donranda, informa-zionc che viene data per scontata dagli interlocutori: "Che cosa haprestato a Giovanni?« «Un libro-; -A chi baiprestato il libro?- -A Giovanni-. Come testimonia fra l'altro la diversa scelta del pronome interrogativo, nel primo esempio viene presupposto il fatto che si sia prestato qualcosa a qualcuno (e si vuole sapere "che cosa"), nel secondo che si sia prestato un libro a qualcuno (e si vuole sapere "a chi"). Naturalmente, per non incorrere in ambiguitä, si possono tralasciare soltanto gli dementi facilmente recuperabili dagli interlocutori. La pre-supposizione di dementi ricavabili dal contesto svolge un ruolo fundamentale nella comunicazione quotidiana, evitando inutili ridondanze. Da quanto detto risulta chiaro che la frase verbale - su cui ci soffermeremo nel corso di questo capitolo, secondo la prospettiva dell'analisi logica - pur essendo il tipo piü diffuso nella lingua scritta, costituisce soltanto una delle possibili forme della frase. ESKC1ZI ■ pog. 139 3.1 LA STRUTTORA DELIA FRASE SEMPLICE 1. L'uomo vive, 2. L 'uomo ě contento; In una frase verbale sono presenti almeno due elementi: il soggetto e il predicato, che appaiono collegati fra loro mediante I'accordo della persona e del numero (1) o della persona, del numero e del genere (2). ■ II soggetto (l'uomo) eciô.di cui parla il prediouo; il predicato (vive. ě contento) ě lVIcmento clu- dice qualcosa del soggetto. Soggetto e predicato sono consideratt i due componenti indispensabili della frase. Solitamente il soggetto ě costituito da un nome (o da un gruppo nominate), il predicato ě costituito dal verbo (o dal gruppo verbale). II verbo ě considerato il centro della frase. Per riconoscere il soggetto e il predicato (cosi come gli altri componenti della frase: il complemento oggetto, i complementi, ľattríbuto, l'apposizione) si fa uso in genere dell'analisi logica. Come abbiamo detto, si tratta di un'analisi tradizionale fondata su argomenti logici piuttosto che sulla considerazione degli aspetti formali dei vari elementi che compongono la frase. 94 95 LA HUSI SIMPLKI LA STIUTTUU DII4JI F RASI SEMPLICE Naturalmente ě possibile ricorrere anche ad altri criteri di analisi. Alcuni linguisti hanno individuato nella frase semplice due componenti fonda-mentali: gli elementi nuclearí e gli elementi extranucleari (o circostanziali). I primi sono obbligatori: la loro presenza ě necessaria per dare un senso compiu-to alla frase. I secondi sono invece facoltativi. Ogni frase ě composta dunque da elementi nucleari e (eventualmente) da elementi extranucleari. Nella frase Giorgio ha conosciuto Manuela ľanno scorso a Ferrara, le deter-minazioni l'anno scorso e a Ferrara sono extranucleari: esse possono infatti esse-re soppresse senza danneggiare il senso fondamentale delia frase. Se invece omet-tiamo uno degli elementi nucleari {Giorgio, ha conosciuto o Manuela) otteniamo una frase priva di senso compiuto. Cerchiamo ora di fissare un criterio piü rigoroso per distinguere gli elementi nucleari da quelli non nucleari. Con una metafora presa in prestito dalla chimica si parla di valenza del verbo. Gli elementi costitutivi delia frase sono paragonati ad atomi, che possono legarsi in vario numero al verbo, vero e proprio "fulcro" - se-condo tale prospettiva di analisi - della proposizione. Gli elementi necessari per completare il significato della frase sono detti argomenti del verbo. Esistono ver-bi con valenza zero (o zerovalenti), che da soli possono formare una frase com-piuta (piovere), verbi monovalenti, che richiedono la presenza di un solo argo-mento (di norma il soggetto: nascere, correre, partirě), verbi bivalenti, che richiedono due argomenti (lodare, intraprendere) verbi trivalenti, che richiedono la presenza di tre argomenti: dare, donare, regalare, scrivere. Non si puô determinare in assoluto se un dato elemento sia nucleare o no poiché ciö dipende dalle caratteristiche semantiche e grammaticali del verbo e dal particolare contesto in cui si inserisce. Alcuni verbi possono infatti avere valenze diverse secondo le accezioni in cui sono usati. Nei seguenti esempi ricevere ě, ri-spettivamente, monovalente, bivalente e trivalente: frase \questa radio\ non riceve bene; \Paolo\ ha ricevuto \ un pacco postale\ \il mare] riceve \leacque\ \daTfiumi\. Molti verbi transitivi possono essere mono o bivalenti, a seconda che si esprima o si sottintenda il complemento oggetto: \Carlo\ staposteggiando/ \Carlo\ staposteggiando \ ilfurgone]; \Alfredo\ canta/[Älfredo\ canta \una canzone\. Altri verbi transitivi sono bivalenti quando indicano l'azione in se, monovalenti quando indicano la capacitä, I'attitudine a compiere l'azione stessa: \Cristina\ legge|«Guerra epace-\; A cinque anni, \Cristina] sapeva giä leggere. Secondo tale criterio di analisi la fräse semplice e pertanto composta dal verbo, da un numero variabile.di elementi obbligatori "governati" dal verbo e da un numero facoltativo di elementi accessori dipendenti dalle scelte del parlante. La struttura generale della fräse semplice puö essere allora rappresentata dal seguente schema. 96 soggetto verbo elementi circostanziali argomenti del verbo (diversi clal soggetto) elementi awerbiali II soggetto, pur essendo un argomento del verbo, ě posto nello schéma al di fuori del sintagma verbale poiché presenta delle particolari proprieta formali, come 1'accordo in persona e numero con il verbo (v. 3.1-1), che lo clistinguono dagli altri costituenti nomi-nali della frase. ■HBCIZI a Fwg. 12» 3.1.1 IL SOGGETTO W^- II soggetto (dal lat. sbbje€ThM:_'cíô che sta sotto^eiô £he ě alla: base') e un = componente Jondamentate della frase, il quale comjpleta il signífíeata del :..: predicato. II soggetto concorda con il predicato nel numero e nella persona; concorda anche nel genere quando quesťultimo ě espresso: il ragazzo canta; il cane abbaia; la pioggia cade; la gentilezza conquista ilprossimo; M in queste frasi il ragazzo, il cane, la pioggia, la gentilezza sono soggetti. Negli esempi ora citati il soggetto concorda con il predicate nel numero e nella persona; nelle frasi ľoperaio ě tornato a casa / Voperaia ě tomata a casa la concor-danza riguarda anche il genere. Qualunque parte del discorso puô fare da soggetto: il nome (v. gli esempi finora citati), il pronome, laggettivo, il verbo: tu (pronome) lavori; ľonesto (aggetlivo sostantivato) ha převaho sulľutile, errare (verbo) ě umano. Anche ľarticolo, la preposizione, la congiunzione, ľawerbio, 1'interiezione possono fare da soggetto quando la lingua parla di se stessa (metalinguaggio: v. 2.2.3 e 2.5.3): 97 la run simplici 41- e un articolo; -di- appare venti volte in questo brano; quel -ma- non mi place affatto; •velocemente- e un avverbio; •ahi- indica dotore. Anche un'intera proposizione pud fare da soggetto (v. proposizioni soggettive 12.4): e evidente che vi siete sbagliati; mipiace andare a zonzo per !e strade. II soggetto non occupa sempre il primo posto nella frase: finalmente Gioacchino arrivd; domani Piero ha gli esami. Generalmente il soggetto precede il verbo; tuttavia puo anche seguirlo, soprattut-to se si vuol dare ad esso un particolare rilievo: non parla mai il nostro amico; o se si vuole evidenziarlo mettendolo in contrasto con un altro possibile soggetto: I'ho visto io, non tu. Infine andra ricordato che, con alcuni verbi intransitivi, la posizione normale del soggetto e quella postverbale: domani arriva Giorgio; e successo un disastro. ha telefonato tuo fratello; II soggetto puo essere sottinteso in varie circostanze, per esempio: 1. quando risulta chiaro dal contesto precedents: arrivd alle cinque e si trattenne con noiper un'ora; 2. nella risposta a una frase gia prowista di verbo: •vieneMario?' -viene-; 3- in una serie di proposizioni che hanno tutte lo stesso soggetto (questo di solito appare soltanto davanti alia prima proposizione): Giacomo arrivd alportone, lo apri, salt di corsa le scale, in un baleno en-tro nel suo appartamento, corse al telefono. Si ricordi che il pronome soggetto e sovente omesso (v. 7.7.2): se resto, restate; andiamo tutti in piazza, dove ci incontrerete. La linguistics moderna cerca di definire il soggetto in base a criteri formali, cer-cando di evitare il piu possibile delle definizioni nozionali del tipo: «il soggetto e l'elemento della frase che fa l'azione». Questa definizione, assieme a quella corrispondente del complemento oggetto (che sarebbe l'elemento della frase che riceve, o subisce, l'azione), si rivela in molti la STftUmiRA dilla huh hmhki casi fallace. Infatti se essa puo avere una sua validita nel caso di frasi come Mario colpisce Giovanni, il cane corre, appare priva di fondamento nel caso in cui il verbo sia essere oppure nel caso in cui il verbo esprima uno stato {stare, trovarsi, gia-cere, dormire ecc); per esempio: il suo vestito ě rosa; il libro sta sul tavolo; Ada dorme. I criteri formali che individuano il soggetto in molte lingue sono essenzialmente tre: • la posizione: nella frase Mario colpisce Giovanni il soggetto ě individua-= to dalla posizione all'inizio della frase; • il caso: nelle lingue che possiedono le declinazioni il soggetto si mette quasi sempre al nominativo; pertanto il latino Livia amat 'Livia ama' si di- -~. stingue da Liviam amat '(qualcuno) ama Livia'; I • 1'intonazione della frase: per esempio, Maria ama Paolo, frase pronun-ciata senza pausa fra i tre elementi, mostra che il soggetto ě Maria; invece Z-- Maria / ama Paolo, frase pronunciata con una pausa dopo Maria, signifi-1 ca 'ě Maria che Paolo ama', cioě Paolo ě il soggetto. Nel latino volgare la scomparsa (lei casi e quindi la scomparsa di una differenza for-male fra il nominativo (caso del soggetto) e l'accusativo (caso del complemento oggetto) ha fatto si che le lingue romanze scegliessero 1'ordine diretto delle parole (soggetto - verbo - oggetto) per distinguere il soggetto dal complemento oggetto (v. 1.3.7). Ma i criteri formali non appaiono sufficienti: per definire il soggetto e utile fare appello a considerazioni di ordine logico-semantico. Una distinzione fondamenta-le ě quella tra soggetto grammaticale e soggetto logico. II primo ě il soggetto della frase, individuabile, come abbiamo visto, mediante criteri formali; il secondo ě l'agente reále dell'azione. Soggetto grammaticale e soggetto logico possono coincidere oppure no. Per esempio, coincidono nella frase attiva Giorgio ha colpi-to Giovanni, ma non nella corrispondente frase passiva Giovanni ě stato colpito da Giorgio, dove il soggetto grammaticale {Giovanni) non coincide col soggetto logico {Giorgio), che ě l'agente del processo. Questa apparente anomalia si puó spiegare se teniamo presente il fatto che qualsiasi elemento possiede, in una frase, un ruolo sintattico (soggetto, complemento oggetto, complemento indiretto ecc.) e un ruolo semantico (agente = chi compie l'azione, paziente = chi la subisce, strumento ecc). Analizziamo le seguenti frasi: 1. Piero rompe il vetro con una pallonata, 2. il vetro ě rotto da una pallonata; 3. una pallonata rompe il vetro. Ě chiaro che se si considerano i costituenti secondo il loro ruolo sintattico i sog-getti risultano essere rispettivamente Piero, il vetro e una pallonata. Dal punto di vista dei ruolí sémantici invece in 1 il soggetto ě agente, in 2 ě paziente (cioě subisce l'azione), in 3 ě strumento. Viceversa il vetro, sebbene ricopra ruoli sintattici diversi - soggetto in 2, oggetto in 1 e 3 -, mantiene il medesimo ruolo semantico di paziente. 98 99 LA FRASE SIMPUCI L'individuazione del ruolo semantico non ě sempře agevole. Se analizziamo la frase il sasso rotolô dalpendio siamo sicuri ehe il soggetto ricopre il ruolo semantico di paziente, ma nella frase Andrea rotolô dal pendio siamo in dubbio sul ruolo semantico del soggetto, ehe puô essere agente (se Andrea ě rotolato giú volon-tariamente) o paziente (se qualcuno lo ha fatto rotolare). Da quanto detto risulta chiaro ehe una corretta determinazione del soggetto deve tener conto di: 1. una prospettiva morfologica e sintattica delia frase: si considerano i rapporti tra i componenti delia frase e i mezzi con cui tali rapporti sono espressi; 2. una prospettiva semantica c referenziale: la frase e messa in rela-zione con la realtä extralinguistica cui essa si riferisce; accanto a queste due prospettive occorre considerarne una terza: 3. una prospettiva enunciativa: la frase ě messa in relazione con chi la produce, il quale attua una stratégia enunciativa facendo prevalere questo o quel componente delia frase (v. 3.8.3). Appiichiamo questi tre punti di vista alia frase il ragazzo canta. Dal punto di vista morfologico e sintattico abbiamo una relazione tra il predicato canta e il soggetto il ragazzo. Dal punto di vista semantico e referenziale il ragazzo ě il partecipante, vale a dire colui ehe prende parte alľawenimento, mentre canta é appunto ľawenimento o processo. Dal punto di vista enunciativo il ragazzo ě il terna (vale a dire il punto di partenza da cui si sviluppa il discorso) e canta ě il rěma (ľinformazione ehe au-menta il nostro grado di conoscenza); su terna e rěma v. 3-8.3. Nella frase il ragazzo canta c'ě coincidenza tra soggetto, partecipante e terna da una pane, predicato, processo e rěma dalľaltra. Ma in altre frasi tale coincidenza non si verifies. Per esempio, nella frase restano duepanini il predicato (poco informativo) ě il terna, mentre il rěma (piú informativo) ě il soggetto. Ancora, nella frase arrivô il treno il soggetto in seconda posizione ě piú informativo: ě il rěma; mentre il predicato, meno informativo, ě il terna. ■MM. 13© 3.1.2 IL PREDICATO ■ íl predicato (dal lat. prakdicatum 'cio che viene affermato') ě cio che vie-ae delto a protxxsno del soggetto. • Il predicato si distingue in due specie: nominale e verbale. ' ■'. »11 predicato nominale ě quello costituito dall'insieme "verbo essere + un aggettivo o un nome". La voce del verbo essere si dice copula 'lega-me'. L'aggettivo o il nome unito al verbo essere si dice parte nominale V del predicato o anche nome del predicato o anche, ma solo nel caso sia un aggettivo, aggettivo predicativo. II verbo essere si chiama copula, cioě 'legame', nominale. Nel fare l'analisi logica si puô dire: 100 perché lega il soggetto alia parte LA STRVTTURA DILLA FRASI SIMPUCI il vestito e bianco soggetto pred. nominale oppure, piu analiticamente: il vestito e bianco soggetto copula parte nominale predicato nominale 1 T T 1 - ..~ copula parte nominale- : il vestito ~ ě ■■" bianco Mil ano ----------ě una-~clttä Come abbiamo detto, la parte nominale puö anche essere chiamata nome del predicato: una cittá (nell'esempio citato prima) ě parte nominale o nome del predicato; bianco ě parte nominale o nome del predicato (o anche aggettivo predicativo: v. 6.0). In ogni modo ě sconsigliabile chiamare la parte nominale "attributo", come pure fanno alcuni autori. La copula si accorda con il soggetto in numero e persona; per quanto riguarda in-vece la parte nominale, bisogna distinguere due casi: 1. se la parte nominale ě un sostantivo che non cambia di genere, si accorda con il soggetto soltanto nel numero: ;/faggio ě unapianta; ifaggi sonopiante; 2. se la parte nominale ě un sostantivo che cambia di genere o un aggettivo, si accorda con il soggetto nel genere e nel numero: Alberto Moravia ě uno scrittore; Natalia Ginzburg ě una scrittrice; la torta ě buona; le tone sono buone. • • II predicato verbale ě costituito da un verbo predicativo. I verbi pre-dicativi sono quelli che hanno un significato compiuto e possono essere = - usati anche da soli< Giovanna soggetto passeggia pred. verbale il tenore soggetto canta pred. verbale k II predicato verbale si accorda con il soggetto in numero e persona: io canto, noi cantiamo, Marco e Claudio cantano. Quando il predicato verbale ě rappresentato da una voce composta (ausiliare ave-re o essere + partieipio passato), il partieipio passato rimane invariato se l'ausiliare ě avere, mentre concorda in genere e in numero con il soggetto se l'ausiliare ě essere (per ulteriori particolari v. 8.14.8): Maria ha studiato, Carla e Maria hanno studiato; Maria ě partita, Carla e Maria sono partitě. 101 LA FRASl SIMHId LA STRUTTURA DELLA FRASE SIMPLICE II verbo essere quando significa 'esistere, stare, rimanere, abitare, risiedere, vivere, trovarsi, appartenere' costituisce un vero e proprio predicato verbale: Dio c 'ě; il signor Rossi ě al numero otto; c 'ě qaalcuno nella stanza; questa auto ě di miofratello. I verbi passivi si devono considerare predicati verbali, perché il verbo essere ha in tal caso funzione di ausiliare (v. 8.8): il libro ě stato letto; ľorologio sard riparato. II verbo essere ha funzione di ausiliare anche nei tempi composti di numerosi verbi intransitivi, dei verbi riflessivi e dei verbi intransitivi pronominali: siete arrivati in ritardo; il dottore ě venuto; Marco si ě pettinato; Carta si ě vergognata. I verbi servili come dovere, potere, volere, e i verbi fraseologici come cominciare a, stare per, smettere di (per gli uni e gli altri v. 8.10) formano con il verbo da essi retto un tutto unico, e perció si analizzano come un solo predicate: Mario vuole partire Piero cominció a parlare soggetto pred. verbale soggetto pred. verbale Verbi come parere, sembrare, stare, rimanere, diventare, riuscire, risultare, nasce-re, vivere, morire e qualche altro sono detti copulativi (da copula 'legame') perché servono a collegare il soggetto a un nome o a un aggettivo; essi, pur avendo un proprio significato, debbono in alcune circostanze completarlo mediante un complemento predicativo (v. 3.2.2). Per esempio: Mario riesce simpatico; la situazione rimane tranquilla. Come si puó vedere, simpatico serve a completare il senso di riuscire, cosi come tranquilla serve a completare il senso di rimanere; simpatico e tranquilla si dico-no complementi predicativi perché ■completano» in un certo modo il significato del predicato. I verbi riuscire e rimanere hanno in questo caso un valore simile a quello della copula, in quanto legano il soggetto {Mario, la situazione) al complemento predicativo {simpatico, tranquilla); in altri casi, invece, sono verbi predicativi: non ě riuscito nell'impresa; rimango a casa. II predicato con verbo copulativo sta, per cosi dire, a metá strada fra il predicato nominale e il predicato verbale; nel fare l'analisi logica si dirá: Mario riesce soggetto pred. con verbo copulativo simpatico compl. predicativo Accanto ai verbi copulativi vi sono altri verbi ehe si possono costruire con il complemento predicativo: i cosiddetti verbi appellativi, elettivi, estimativi, effettivi (so-prannominare, eleggere, ritenere, rendere ecc; v. 3.2.2). ESHCIZIapog. 131 3.1.3 IL SINTAGMA Riprendiamo con qualche modifica una frase che abbiamo giä citato. Invece di il tenore canta scriviamo il celebre tenore canta una romanza. Che cosa abbiamo fatto? Abbiamo sostituito il tenore con il celebre tenore, canta con canta una romanza. Questi nuovi gruppi di parole presentano una caratteri-stica essenziale: sono formati da elementi in cosi stretto rapporto fra loro da costi-tuire un tutto unico, un'unitä. // celebre tenore e canta una romanza sono due unitä che, sostituendo rispettivamente il tenore e canta, non alterano la struttura della frase; la stessa cosa accade se scriviamo il celebre tenore dell'Opera e canta una romanza molto bella. anche in questo caso abbiamo due insiemi unitari che sostituiscono il tenore e canta senza che la struttura della frase ne risulti alterata. UK Questi insiemi unitari sono dei sintagmi. Ü S: chiam.i sintagma (d.il greeo-syntagma 'compo.vziotK:'') un gruppo c!i " elementi lingiiistici c he forniano un unita.-in.mri frasě. . • • La nozione di sintagma ě molto utile nell'analisi logica perché permette di porre sullo stesso piano dementi singoli ed insiemi di elementi che hanno la medesima funzione dal punto di vista della sintassi: ě evidente che U celebre tenore delľOpera ha la stessa funzione di tenore, cosi come canta una romanza molto bella ha la stessa funzione di canta. ■ I due-fondameíitali tipi di sintagmi sono il sintagma jiommate e if sfc tagma-veŕbale; il -prim© ě £©sítfuie> -da un- notae-íifieeBapa^atoíbliaoTo".' _____gtítíteterminanti (articolo,.aggettivo,-jcomplementa)í-fi-secondo.é--<^tíťffi-ir-'- '- to da un verbo seguito da altri clemenU. I.e haši che abbiamo prima visto sonn formate da un sintagma nominale e da un sintagma verbale; sintagma nominale it celebre tenore -it celebre tenore dell'Opera sintagma verbale.............. canta una romanza -■ — canta una romanza motto bella Oltre al sintagma nominale e a quello verbale, vi sono altri tipi di sintagmi, come il sintagma preposMonale, che ě costituito da una preposizione seguita da un nome (o da un sintagma nominale), e il sintagma aggettivale, che ě costituito da un aggettivo accompagnato da altri elementi. Nella frase il celebre tenore dell'Opera canta una romanza molto bella troviamo sia un sintagma preposizionale {dell'Opera) sia un sintagma aggettivale {molto bella). Ciascun sintagma ě composto secondo un ordinamento gerarchico: 1'elemento che "da il nome" al sintagma (il nome nel sintagma nominale, il verbo nel sintagma verbale ecc.) ne costituisce la parte fundamentale (detta testa del sintagma), 102 103 LA FRASE SIMPUei I COMPUMIlfll gli elementi che determinano la testa sono chiamati complement! o determi- nanti. Per esempio, partendo dal sostantivo studente, possiamo compiere successive espansioni alio scopo di determinare a quale studente in particolare intendia-mo riferirci: lo studente, il giovane studente, il giovane studente di fisica, il giova-ne studente di fisica che ti ho presentato... Appare chiaro inoltre che un sintagma puô comprenderne altri. II sintagma nominale il celebre tenore dell'Opera ě formato da un sintagma nominale {il celebre tenore) e da un sintagma preposizionale (dell'Opera). II sintagma verbale canta una romanza molto bella ě formato da un verbo (canta) e da un sintagma nominale (una romanza molto bella); a sua volta il sintagma nominale una romanza molto bella ě formato da un sintagma nominale (una romanza) e un sintagma aggettiva-le (molto bella). Abbiamo cosi individuate tutti i sintagmi che costituiscono la frase il celebre tenore dell'Opera canta una romanza molto bella; ognuno di questi sintagmi ě formato da un insieme di elementi: per esempio, il sintagma aggettivale molto bella ě formato da un awerbio (molto) e da un aggettivo (bella); il sintagma nominale una romanza ě formato da un articolo (und) e da un nome (romanza). II processo di scomposizione che abbiamo compiuto, per cui dalla frase siamo giunti ai sintagmi e dai sintagmi ai singoli elementi, prende il nome di analisi in costituenti immediati. Come si puö notáre osservando gli esempi, essa si effettua dividendo dap-prima la frase in due parti: un sintagma nominale e un sintagma verbale (queste due parti sono i costituenti immediati delia frase); successivamente, ciascuna delle due parti viene scissa in altri due costituenti, e cosi di seguito fino ad arrivare agli elementi singoli, le parole. Ľanalisi in costituenti immediati puô essere rappresentata grafica-mente mediante un diagramma, che viene chiamato albero perché la sua forma ricor-da quella dei rami di un albero. Vediamo ora l'-albero- di una frase come il tenore canta una romanza (per brevitá useremo i simboli F - frase, SN = sintagma nominale, SV = sintagma verbale, N = nome, V = verbo, Art = articolo): Dal diagramma ricaviamo che: 1. la frase il tenore canta una romanza ě formata da un sintagma nominale {il tenore) e da un sintagma verbale {canta una romanza); il tenore e canta una romanza sono i costituenti immediati delia frase; 2. il sintagma nominale il tenore ě formato da un articolo 07) e da un nome {tenore); il e tenore sono i costituenti immediati del sintagma nominale il tenore; 3. il sintagma verbale canta una romanza ě formato da un verbo (.canta) e da un sintagma nominale (una romanza); canta e una romanza sono i costituenti immediati del sintagma verbale canta una romanza; 104 4. il sintagma nominale una romanza ě formato da un articolo (una) e da un nome (romanza); una e romanza sono i costituenti immediati del sintagma nominale una romanza. Ogni frase quindi ě costituita da sintagmi, i quali a loro volta sono costituiti da parole. Si viene in tal modo delineando l'immagine di un discorso strutturato secon-do vari livelli successivi, gerarchicamente subordinati gli uni agli altri: il livello delia frase ě superiore a quello del sintagma; il livello del sintagma ě superiore a quello della parola. Il sintagma ě perciô un'unitä linguistica di livello intermedio. ESaCIZI a pag. 133 1*2 I COMPLEMENT! Si ě giä detto ehe soggetto e predicato sono i due componenti essenziali della frase; tuttavia quesťultima puô essere completata mediante altri componenti ehe rappresentano varie funzioni. Una frase come Giovanni mangia puô essere completata cosi: Giovanni mangia una mela con appetito; una frase come Luisa ě arrivata puô essere completata cosi: Luisa ě arrivata alia stazione all'ora prevista. Una mela, con appetito, alia stazione, all'ora prevista sono dei complementi. P Si chiamano complementi i vari componenti della frase ehe hanno la lunzione di completare quanlo č espresso dai due componenti tbtidamen-=:■■■ tali, soggetto e predicato. II complemento si trova in una situazione di dipendenza rispetto ad altri elementi della frase. Per esempio, nella frase Giovanni mangia una mela con appetito i complementi una mela e con appetito dipendono dal verbo mangia; cost nella frase Luisa ě arrivata alia stazione all'ora prevista i complementi alia stazione e all'ora prevista dipendono dal verbo ě arrivata. II complemento puô essere di due specie: diretto e indiretto. í • Il complemento diretto ě quello che dipende da un verbo transitivo -~~_ attivo e che ě costruito senza preposizione: il cane segue il padrone; ľonestä appaga I'animo. Giovanni mangia una mela, il comandante da un ordine; 105